L'ANALISI
01 Luglio 2023 - 05:05
Giacomo Morabito (Filt Cgil) e il Miobus
CREMA - Autisti del Miobus, ma anche i colleghi dei pullman extraurbani di Autoguidovie, sono in rivolta e pronti allo stato di agitazione. Chiedono che venga rivisto l’utilizzo della nuova applicazione per le prenotazioni in tempo reale, in uso da un anno è stata aggiornata di recente e presentata l’altro ieri in pompa magna in Comune, pronta per essere esportata in alcune città del Veneto. Niente da obiettare in merito all’innovazione tecnologica, considerata, anzi, un bene. «Ma non a discapito della sicurezza di chi guida, dei passeggeri e degli altri utenti della strada, oltre che in contrasto con il codice della strada», sottolinea Giacomo Morabito della federazione trasporti della Cgil. Il giorno dopo il vernissage in sala dei Ricevimenti dedicato proprio al Miobus urbano, i lavoratori hanno deciso di rendere pubbliche quelle che sono le storture del sistema.
«Innanzitutto – prosegue Morabito – ricordiamo a Autoguidovie che non può prendere un proprio autista dei mezzi extraurbani e spostarlo sul servizio urbano a chiamata. Sono due società diverse, se gli accadesse qualcosa l’Inps e l’infortunistica non risponderebbero». Fatta la premessa Morabito entra nel merito dell’uso dell’app: «Abbiamo l’impressione che con il tempo la società finirà per cancellare l’opportunità di prenotazione telefonica, risparmiando così sul personale, ma a discapito delle persone più avanti negli anni, che faticano ad utilizzare un’app sullo smartphone». La nuova tecnologia ha l’indubbio vantaggio di permettere di prenotare il pulmino sino a mezz’ora prima del viaggio, mentre con la telefonata l’appuntamento va fissato il giorno prima. «Ciò non toglie che l’app abbia dei grossi difetti – sottolinea il sindacalista –: aggiornandosi in tempo reale, nel giro di pochi minuti obbliga l’autista a seguire un percorso che può allungarsi parecchio. Si aggiungono fermate e ciò comporta lunghi viaggi per i passeggeri, che magari pensavano di impiegare una decina di minuti per raggiungere la destinazione e invece restano a bordo un’ora. Abbiamo già avuto conseguenze spiacevoli per via di questo prolungarsi dei tragitti. In un caso, quando una collega è stata aggredita verbalmente da un passeggero, salito a San Bernardino per andare in ospedale, quindi una decina di minuti di tragitto, costui era rimasto a bordo un’ora e un quarto, proprio per il continuo aggiungersi di chiamate: ad un certo punto aveva sbottato. Si badi bene che gli autisti sono obbligati a rispondere a seguire le indicazioni del tablet».
E qui entrano in gioco la sicurezza e il rispetto del codice della strada. «Un autista dovrebbe pensare solo a guidare – prosegue il sindacalista – invece negli anni, e senza alcun compenso aggiuntivo, è stato investito di ulteriori mansioni, biglietteria, controllo della posizione attraverso il sistema satellitare e molto altro. Adesso deve anche tenere d’occhio il tablet, per verificare gli aggiornamenti di percorso e rispondere alle chiamate della centrale operativa. Tutte procedure che sono contrarie al codice della strada. Lo abbiamo detto ai vertici di Autoguidovie, nell’unico incontro sull’introduzione dell’app che abbiamo avuto con loro. Un verbale aperto e mai chiuso».
L’autista è tra l’incudine e il martello. «Se non risponde prende la sanzione dall’azienda, se ovviamente viene pescato al volante mentre utilizza un device, scatta la multa. E non dimentichiamo che le nuove misure del codice della strada prevedono 7 giorni di sospensione immediata della patente».
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