L'ANALISI
28 Giugno 2023 - 05:20
CREMONA - Sorrisi e docce di spumante, ma dietro la leggerezza della festa di fine esame ci sono ragazzi, molto spesso, con le idee chiare, determinati, sognatori con i piedi per terra, capaci di rinunce e di atti di libera espressione. Alberto Finetti nutre da sempre la passione per la storia e — dopo l’incontro con la professoressa Barbara Dondi del Manin — della filosofia. «Mio padre da piccolo mi leggeva i poemi omerici, all’inizio il mio mito era Achille, poi è diventato Ettore, nella convinzione che servire in un esercito sia farlo per la difesa e il bene della comunità — racconta —. Ed è per questo che ho fatto i test per entrare all’Accademia militare di Modena, ho passato tutte le selezioni, poi una serie di contingenze mi hanno fatto dire: No!».
La disanima della scelta è lucida e consapevole: «Da un lato alcune problematiche familiari mi hanno suggerito di accantonare l’idea, ma soprattutto ho trovato quella che sa sempre credo sia la mia strada, anche grazie all’incontro con la professoressa Dondi, l’amore per il pensiero, per la filosofia. Diciamo che la mio sogno di entrare nell’esercito lo considero per ora solo rimandato, non si sa mai. Mi piace l’idea che vestire una divisa possa voler dire mettersi al servizio degli altri: durante l’alluvione in Emilia a intervenire è stato l’Esercito, durante la pandemia in prima linea c’erano gli alpini e i militari. Questo mi piace del vestire la divisa: essere al servizio. Per ora ma mia strada mi porta verso la filosofia, credo che l’uomo del Duecento e quello contemporaneo abbiano gli stessi bisogni vivano le stese emozioni di sempre: amore, dolore invidia. questo mi affascina».
C’è chi ha deciso di non vestire la divisa e chi invece sogna la carriera militare, un sogno maturato nel tempo e dopo cinque anni passati a impiattare e immaginarsi al lavoro in ristoranti e dietro i fornelli. È questo il caso di Riccardo Venturini, sostenuto e festeggiato all’uscita dell’esame all’Einaudi dai genitori e da un ristretto gruppo di amici: Francesco Marcucci, Luca Pisaroni e Roberto Martina. Un po’ stravolto, innaffiato di spumante, camicia bianca d’ordinanza e di primi acchito racconta il suo esame, come è logico che sia: «Ho estratto una frase di Luigi Pirandello, da lì sono partito con tutti i possibili collegamenti interdisciplinari, ma adesso ho deciso di cambiare — racconta —. La mia vera passione è la divisa, poter entrare nell’Esercito, forse è un po’ tardi, ma sono determinato a tentarci. Questa è la mia strada, l’esperienza di studio nel settore dell’enogastronomia è stata interessante, anche se interrotta dalla pandemia che ha messo in evidenza la fragilità di un settore come quello della ristorazione. Ora il mio obiettivo è provare ad entrare in Accademia, un sogno che coltivo da sempre e che voglio tentare di realizzare. Se non ci riuscirò cercherò un’alternativa, ma non so, per ora, quale».
Sognare di lavorare nel mondo della moda, ricordare i pomeriggi passati a disegnare e creare vestiti per le bambole, queste le premesse della storia di Gaia Fornasari che esce dall’aula elegantemente vestita con un abito da sposa rosa in pizzo, uno strascico appena accennato, linee molto semplici che esaltano la figura della neodiplomata in modista all’istituto Stradivari: «Il mio abito è piaciuto, è piaciuta la scelta di un rosa tenue e non il solito bianco per un abito da sposa, è piaciuto lo stile bohémien che sdrammatizza l’ufficialità dell’abito e profuma di libertà — commenta l’aspirante stilista —. Fin da piccola mi piaceva inventare vestiti, creare abiti per tutti, il diploma di oggi è il primo tassello. L’anno prossimo mi iscriverò alla Naba per frequentare l’indirizzo di fashion design. Così spero, una volta terminato il corso in accademia, di poter entrare a lavorare nel mondo della moda, è il mio sogno e sono determinata a realizzarlo». Ipse dixit e poi l’abbraccio delle amiche è la conclusione degna di un percorso, di una mattinata ricca di emozioni e condivisa con le amiche e la mamma che assiste soddisfatta alla gioia della figlia, commentando: «Ora si apre un nuovo cammino davanti a te».
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