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CASALMAGGIORE: L'IMPRESA

In bici per l’Europa per andare dalla fidanzata

Sfida sportiva e d’amore per il 30enne Sarzi Amadè di Quattrocase: 1.200 chilometri in sei giorni

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

27 Giugno 2023 - 05:10

In bici per l’Europa per andare dalla fidanzata

Francesco Sarzi Amadè durante una tappa del viaggio ad Amsterdam

CASALMAGGIORE - Aveva preso l’impegno, come sfida sportiva, di andare a trovare in bicicletta la sua fidanzata Debora Schiroli, 28enne di Casalmaggiore, mentre svolgeva un tirocinio a Strasburgo, ma il Covid lo ha reso impossibile. Ma Francesco Sarzi Amadè, 30 anni, di Quattrocase, dipendente della Eurotessuti, come magazziniere addetto alle stoffe, non si è dato per vinto ed è andato a trovare Debora, con cui è fidanzato da 14 anni, che ora si trova ad Amsterdam per fare il dottorato di ricerca in chimica.

«Per amore, certo, ma più per sport», dice Francesco. E lui sportivo lo è da sempre. Fa parte dell’Atletica Viadana: «Ho sempre corso a piedi ma da qualche anno corro anche in bicicletta con un gruppo di amici. Ogni anno andiamo sul Lago di Garda o da altre parti per un week end lungo di tre o quattro giorni. E avrei voluto andare a Strasburgo perché sono 600 chilometri da qui. Ma una volta c’era il lockdown là, un’altra qui, e l’occasione è saltata. Dopodiché Debora si è spostata ad Amsterdam».


Ma Francesco ha voluto onorare l’impegno che si era preso. «Il percorso era raddoppiato, ma ho deciso di affrontarlo lo stesso. Per prepararmi, insieme a due amici, Orlando e Cristiano, abbiamo deciso di fare la Monaco-Ferrara in bici, lunga 650 chilometri». Un allenamento in vista della sfida olandese: «Alla fine sono partito venerdì 2 giugno. A destinazione sono arrivato sei giorni e mezzo dopo, giovedì 8. Ho sempre trovato bel tempo, salvo in Svizzera, per un tratto, e lungo il lago di Lecco ho dovuto cambiare percorso a causa di una frana».


Partenza dall’Italia e poi Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e infine Olanda. «La parte più impegnativa è stata quella del passo dello Spluga. Quella più lunga in Germania. Una delle più ‘fastidiose’ in Olanda, perché c’era sempre il vento contro». Francesco ha avuto anche un piccolo momento di crisi: «Il terzo giorno, sulle ciclabili, infinite e sempre uguali, ma perfette, forse troppo, tipo tavolo da biliardo».

Il 30enne di Quattrocase con la sua inseparabile bicicletta

Il punto più bello che hai visto? «La ciclabile lungo il fiume Reno». Ogni sera Francesco ha dormito comodamente: «Qualcuno mi aveva suggerito di usare la tenda, ma ho preferito stare un po’ più comodo, visto che erano i miei giorni di ferie». Papà e mamma di Francesco, Giuseppe ed Elena, lo hanno raggiunto a un certo punto, in avvicinamento all’Olanda, in auto. Casomai ci fosse stato qualche problema. «Ma tutto è filato liscio. Mai avuto un problema alla mia bici Gravel e devo dire grazie a chi me l’ha preparata, Erik e Matteo Sarzi Bola della ciclo-officina di Rivarolo del Re».

Lo rifaresti? «Da solo forse no, perché alla fine ero sempre concentrato sulla app del navigatore, mentre avere qualcuno vicino con cui parlare, come nella Monaco-Ferrara, aveva reso tutto più agevole». Una delle cose che ha più colpito Francesco lungo il tragitto è stato il fatto di «non aver mai temuto che mi rubassero la bici. Non ho mai dovuto legarla». E Debora che ha detto? «Mi ha detto che avrei potuto prendere l’aereo, almeno saremmo stati qualche giorno di più insieme – sorride Francesco —. Ma dovevo rispettare l’impegno preso». Il ritorno, invece, è stato in aereo.

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