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CINGIA DE' BOTTI: LA STORIA

Luca e mamma, l'abbraccio dopo quattro anni

Dopo tanti problemi che li hanno tenuti lontano, oggi la festa di compleanno del figlio

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

18 Giugno 2023 - 05:15

Luca e mamma, l'abbraccio dopo quattro anni

Nella foto di alcuni anni fa Bianca con il figlio Luca

CINGIA DE’ BOTTI - Quello di oggi sarà un giorno speciale per Luca Lupi di Torricella del Pizzo, ospite della Fondazione Elisabetta Germani di Cingia de’ Botti, che in occasione del suo 55esimo compleanno, avrà finalmente l'opportunità di riabbracciare sua mamma, Bianca Balocchi, dopo quasi quattro anni di separazione forzata.


Una storia di coraggio, determinazione e soprattutto di speranza. Luca ha dovuto affrontare numerose sfide nella sua vita, come ci spiega la sorella Annita di Torricella, a lui molto legata e sempre vicina: «Luca era ospite della Fondazione Germani ma a un certo punto si è ammalato di Covid in modo serio, cosa che ha messo a dura prova il suo fisico già indebolito, ed è stato necessario ricoverarlo in Pneumologia a Cremona per circa un mese e mezzo. Lì gli è stata praticata una tracheotomia e per poterlo alimentare è stato necessario anche posizionare la Peg (la Gastrostomia Endoscopica Percutanea, una procedura che consiste nel posizionare un dispositivo in materiale plastico nello stomaco attraverso la parete addominale in modo da collegare la cavità gastrica verso l’esterno, nda)».


Luca ha passato momenti molto difficili. Annita ha pregato e chiesto di pregare per lui e si è data da fare perché la situazione potesse migliorare. Poi ha cercato e trovato un centro riabilitativo, il Cardinal Ferrari di Fontanellato. «Desideravo — racconta — che mio fratello potesse riprendere in mano, almeno un pochino, la sua vita e sono contenta di esserci riuscita. L’ho visto migliorare giorno dopo giorno nonostante le sue difficoltà. A Fontanellato gli è stata tolta la tracheotomia, quando questo sembrava impossibile, un passo fondamentale perché potesse tornare al Germani. Era l'obiettivo che mi ero prefissata e il miracolo si è avverato. Qualcuno da lassù ha aiutato mio fratello, ma anche quaggiù».

«Devo un grazie alla dottoressa Sabina Cavatorta - continua - che l’ha seguito e curato, sempre pronta e disponibile, alle infermiere, alle Oss, alla logopedista, alle fisioterapiste. E un grazie particolare al direttore Antonio De Tanti, che ha creduto nella possibilità di un recupero fisico di Luca. Grazie al direttore della Fondazione Germani Ivan Scaratti, che ha accolto ancora Luca a Cingia e grazie di cuore a tutte le persone che ci sono state vicino in questo lungo periodo di sofferenza e ringrazio Dio di avermi dato sempre la forza di non mollare, di reagire perché è stata una battaglia molto dura e dolorosa. Nella vita non bisogna mai arrendersi e non bisogna mai perdere la speranza». L’incontro di oggi rappresenta una vittoria sulle avversità che Luca ha affrontato lungo il suo percorso. È anche un simbolo e testimonianza della forza che l'amore familiare può avere nella guarigione e nel superamento delle sfide.

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