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SOSPIRO: LA STORIA

Bruna e Romano, di nuovo sposi sessant'anni dopo il primo 'sì'

Davanti al cappellano di Fondazione Sospiro, don Giacomo Ghidoni, hanno ribadito la promessa di amore eterno

Serena Ferpozzi

Email:

serena.ferpozzi@gmail.com

17 Giugno 2023 - 05:21

Bruna e Romano, di nuovo sposi sessant'anni anni dopo il primo 'sì'

Bruna Mor, 82 anni, e il marito Romano Cadenazzi, 84 anni

SOSPIRO - Si sono promessi amore eterno, nella buona e nella cattiva sorte, in chiesa a Pieve Terzagni, 60 anni fa. E quella promessa l’hanno voluta rinnovare ancora, questa volta davanti al cappellano di Fondazione Sospiro, don Giacomo Ghidoni. Bruna Mor, 82 anni, e Romano Cadenazzi, 84 anni, hanno affrontato le gioie e i dolori che la vita gli ha posto lungo il proprio percorso, sempre rimanendo vicini, uno accantono all’altro, l’uno a sostegno dell’altro. Perché il loro è un amore senza tempo che non conosce confini. Una giornata che ha visto la partecipazione anche della figlia Nadia, del marito Mario Rizzo, della nipote Sara e dei familiari della coppia. Mazzi di fiori, regali e un pranzo in terrazza con la famiglia per festeggiare le nozze di diamante. Da quasi cinque anni anni Bruna è ospite di Fondazione Sospiro. I familiari, dopo che è stata colpita da un ictus, hanno dovuto scegliere una struttura in grado di aiutarla nella quotidianità. Ma questo non ha scalfito il legame tra moglie e marito. Romano infatti, quasi tutti i giorni, va a trovare la sua Bruna, si danno la mano come quando 60 anni fa hanno percorso la navata della chiesa e si sorridono, complici, pensando alla vita trascorsa assieme.


È l’8 giugno 1963 quando Romano e Bruna si pronunciano il fatidico ‘sì’ nella chiesa di Pieve Terzagni, dove avevano iniziato a costruire il loro nido d’amore un anno prima. Ma il destino li avrebbe portati a trasferirsi, a fine 1964, nel paese natio di Romano, Pieve San Giacomo. Nonostante le nuove strade intraprese, il legame con Pieve sarebbe rimasto saldo nel cuore di entrambi. Dal 1974 al 1983 infatti si traferirono a Cicognolo. Romano, dapprima mugnaio, si dedicò poi al lavoro faticoso in un essiccatoio di cereali, trascorrendo giornate interminabili di duro lavoro, spesso oltre le 12 ore. Bruna, invece, si prese cura della casa e della figlia, svolgendo saltuariamente lavori di pulizia nelle abitazioni altrui. Insieme, hanno costruito una famiglia basata su valori fondamentali: amore, onestà, rispetto e fiducia. La loro abitazione è sempre stata aperta agli amici e ai parenti, con Bruna che amava cucinare e accogliere ospiti a tavola, mentre Romano apprezzava la compagnia. La generosità dei coniugi non conosceva limiti. Erano sempre pronti ad aiutare chiunque avesse bisogno, e chiunque varcasse la loro soglia non sarebbe mai tornato a casa a mani vuote. Bruna aveva un cuore grande, e la sua ospitalità e gentilezza erano un rifugio per coloro che cercavano un po’ di conforto.

Come in tutte le famiglie, anche loro hanno attraversato momenti difficili, ma li hanno affrontati sempre insieme, dialogando e sostenendosi reciprocamente. Nel 2014, Bruna ha subito un ictus che ha cambiato la loro vita. Romano, la figlia Nadia e la nipote Sara l’hanno accudita amorevolmente a casa per quattro anni, ma a malincuore sono stati costretti a prendere la difficile decisione di ricoverarla in una struttura residenziale assistita. Nonostante questa separazione, Romano e Bruna sono rimasti più uniti che mai. Quasi tutti i giorni, Romano si reca a trovarla, rendendola partecipe della sua quotidianità. Il loro amore è stato testato dalle avversità, ma ha dimostrato di essere più forte di ogni ostacolo.

La coppia sono l’esempio di una storia d’amore che ha resistito al trascorrere del tempo, una testimonianza di impegno reciproco e di fedeltà coniugale. La loro storia ricorda che l’amore vero può superare ogni difficoltà, che la condivisione e il sostegno sono i pilastri su cui si costruisce una vita insieme.

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