L'ANALISI
LE REAZIONI IN CITTÀ E PROVINCIA
14 Giugno 2023 - 05:00
CREMONA - «Il presidente ha lasciato una grande eredità: è stato un leader straordinario. Si è schierato dalla parte di famiglie e imprese nel solco della tradizione cattolica, liberale e popolare che ha fatto grande il nostro Paese: la via per valorizzare questo importante patrimonio culturale e politico è andare avanti con vivacità e spirito costruttivo, concentrandoci sull’importante scadenza delle elezioni europee 2024».
Tocca all’eurodeputato Massimiliano Salini indicare la via per il futuro di Forza Italia, sia a livello nazionale, sia nel territorio lombardo e cremonese. Il giorno dopo lo shock per la scomparsa di Silvio Berlusconi, il lutto e il dolore occupano ancora uno spazio preponderante nei pensieri dei militanti, degli amministratori locali e degli azzurri che ricoprono incarichi in Regione, in parlamento e nel governo. diventa difficile trovare l’energia per continuare, ma ovviamente bisogna comunque ripartire. C’è un Paese da mandare avanti, ci sono amministrazioni regionali e comunali da governare, incarichi che non consentono pause.
«Sono ore di profondo dolore per la scomparsa del presidente Silvio Berlusconi, che accompagniamo con affetto nella preghiera, vicini a famigliari ed amici – prosegue Salini –: siamo pronti a proseguire con impegno, insieme al coordinatore nazionale Antonio Tajani, lungo la strada tracciata dal fondatore. Berlusconi ha dato voce e rappresentanza all’Italia operosa. E il modo migliore per onorarne la memoria è proprio agire secondo questo spirito: andare avanti nel lavoro, con determinazione e passione». Salini guarda al proprio ruolo, ai mesi che lo separano dalle prossime elezioni.
«In particolare, in qualità di eurodeputato, sono impegnato ormai da tempo sull’obiettivo già individuato dal presidente: in vista delle prossime elezioni 2024, a Bruxelles dobbiamo costruire il centrodestra europeo e Forza Italia, che fa parte del Ppe, la famiglia politica più importante d’Europa, avrà un ruolo da protagonista in questo percorso. Nelle istituzioni Ue serve una svolta politica: è il buon senso dei cittadini ad invocare il cambiamento, il medesimo buon senso a cui Silvio Berlusconi ha dato voce in tutti questi anni. Basta con l’ambientalismo ideologico che pretende di decidere il destino delle persone».
Carlo Malvezzi, che guida Forza Italia in consiglio comunale, non nasconde le difficoltà di dover ripartire senza il fondatore e leader di sempre. «È molto difficile oggi pensare al futuro senza una figura straordinaria come quella di Silvio Berlusconi. Di certo le moltissime persone che hanno creduto in lui in quasi 30 anni di attività politica hanno oggi una responsabilità in più: documentare con il proprio impegno la forza, la ricchezza e la positività di una proposta autenticamente popolare che interpreta la tradizione e la cultura della maggioranza del popolo italiano. Abbiamo una casa comune a livello europeo e chi ha guardato a Berlusconi ha il compito di consolidarla e rafforzarla, anche a livello nazionale».
L’obiettivo deve essere il medesimo anche nei comuni e nelle province. «Nel nostro territorio – conclude Malvezzi – esiste un popolo vivace e tanti amministratori che si sono distinti negli anni per aver amministrato con passione e capacità. Con loro, con i dirigenti locali e nazionali e con chi vorrà raccogliere il testimone che Berlusconi ci ha affidato, ci aspetta un grande lavoro. Con il dolore nel cuore, ma con la certezza di essere sulla strada giusta».
Per Gabriele Gallina, coordinatore provinciale di Forza Italia e sindaco di Soncino, non ci sono dubbi sul fatto che di debba proseguire in continuità con la linea dell’ex premier. «Berlusconi nel 1993, in un periodo molto difficile della politica italiana, ha saputo con grande coraggio e genialità, dar vita ad un movimento come Forza Italia, che ha permesso a molti italiani di riconoscersi ancora in un progetto politico. Una intuizione straordinaria che ha ottenuto consensi elettorali oltre ogni aspettativa. Ha poi avuto la visione politica vincente di creare il Centrodestra in Italia, riuscendo a federare partiti con sensibilità differenti, e sotto la sua guida ha portato la coalizione a vincere le elezioni. Poche settimane fa ha tracciato di nuovo con grande lungimiranza la linea politica da seguire in Europa, proponendo una coalizione di centrodestra anche per le prossime elezioni europee. Credo che Forza Italia oggi, abbia non solo un dovere di riconoscenza, ma anche un obbligo politico e morale nei confronti del presidente e debba continuare il percorso da lui chiaramente delineato continuando a garantire a molti cittadini italiani la possibilità di riconoscersi non solo in Europa nel progetto politico di centrodestra del Partito Popolare Europeo, ma anche in Italia nella sua naturale espressione che è stata ed è Forza Italia».
Non solo il leader politico e il presidente del Consiglio: l’imprenditore Berlusconi ha lasciato un ricordo incancellabile fra i suoi ‘colleghi’. Per Marco Bressanelli, presidente della Libera artigiani di Crema, «certamente Berlusconi, al di là delle simpatie e antipatie politiche, è stato un innovatore dell’imprenditoria, a volte ha ecceduto, ma nella sostanza ha saputo valorizzare tutto ciò in cui si è impegnato, dal settore edile, al mondo della comunicazione, senza dimenticare i suoi successi sportivi. Era sicuramente l’incarnazione dell’imprenditore che sa farsi strada partendo dal nulla. Io non voglio dare un giudizio politico, cosa che non mi spetta, anche perché ho sempre ritenuto importante non mischiare i due ruoli. Sicuramente abbiamo perso un innovatore, un pezzo importante della storia economica italiana, uno che non si poneva dei limiti. Ad oggi non vedo un delfino, un successore definito. Mi auguro che i suoi eredi non si siedano sugli allori, ma che mantengano vivo il suo insegnamento da innovatore, continuino a creare sviluppo e soprattutto non passino la mano, cedendo ad altri il frutto di una grande storia imprenditoriale italiana».
Presidente di Confartigianato, Massimo Rivoltini ha un ricordo «in parte diretto» di Berlusconi che ha potuto incontrare in alcuni momenti collettivi quando dal 2010 al 2020 circa ha militato in Forza Italia. Un’adesione che è cessata solo perché, diventato presidente di Confartigianato, «ho ritenuto che il ruolo non fosse compatibile con una militanza politica». «Era — ricorda Rivoltini — una persona capace di un’empatia assoluta. Un genio come imprenditore a partire dalle prime operazioni immobiliari in cui aveva dato vita a centro abitati che avevano al centro il benessere delle persone. Non gli ho mai sentito pronunciare una parola di odio. Oggi i suoi detrattori tacciono. La mia definizione di Berlusconi è: ‘Un patriota’. Per quanto riguarda il mio settore, «ha messo al centro della sua azione e ha fatto tantissimo per le piccole e medie imprese, riconoscendo anche il valore dell’uomo-imprenditore. Come tutti quelli che sono partiti dal basso. Conosceva il nostro mondo e si è adoperato molto molto. Da leader politico non è mai stato a Cremona, ma ci è stato sempre molto vicino attraverso le sue conoscenze. Ricordo quella volta che un’associazione di cacciatori del Cremasco aveva organizzato una cena sociale e nella sorpresa generale arrivò una sua telefonata. Tramite un amico si era prestato a questa improvvisata: salutò tutti e, naturalmente, fece anche due o tre battute che fecero ridere tutti. Sapeva rapportarsi all’uomo della strada così come al capo di Stato».
E il presidente di Confcommercio Cremona, Andrea Badioni, serba ancora il ricordo di quando, circa 25 anni fa, prese parte ad un evento dell’associazione rivolto ai giovani imprenditori al quale intervenne il Cavaliere: «Avrebbe potuto parlarci di sé e avrebbe avuto tutti i numeri per farlo. Oppure avrebbe potuto fare uno spot politico. Invece usò quel palco per trasmettere un messaggio ai giovani, esortandoli ad avere coraggio, a sognare e a credere al loro sogno e alle loro idee. Che solo così possono realizzarsi. Nei momenti di difficoltà, se sei il primo a non credere al tuo progetto, questo è già a terra al 50%. Sono stato fortunato a poter seguire quale consiglio che mi ha lasciato il segno. Del resto, come imprenditore Berlusconi fu senz’altro visionario. La sua impronta innovativa si vede anche fin dall’inizio della sua attività imprenditoriale, quando costruì i quartieri residenziali concepiti in maniera allora rivoluzionaria. Fondò le sue tv, quando c’era il monopolio dello Stato. Oggi il suo gruppo conta 5mila dipendenti che per il 75% sono in Italia. Se poi guardiamo alle altre attività e partecipazioni, sicuramente Berlusconi è stato un simbolo del saper fare italiano. Ha sempre scommesso sull’Italia e sull’italianità, a differenza di altri gruppi che hanno fatto altre scelte. Questa per me è la sua cifra: un imprenditore che ha sempre scommesso sul suo Paese».
CASALMAGGIORE - «Se sono diventato senatore della Repubblica italiana lo devo a Silvio Berlusconi». Giacinto Boldrini, presidente del nuovo partito ‘Pensionati + Salute’, sente di avere un debito di riconoscenza verso l’ex premier. Da presidente del ‘vecchio’ Partito Pensionati si è incontrato più volte con Berlusconi. «Era un amico – dice Boldrini –. Sotto il profilo politico abbiamo percorso insieme un pezzo di strada. Devo a lui, essendo stato per un periodo in Forza Italia, la mia nomina in Senato. Dopo, le nostre strade si sono separate, ma non posso non ricordarlo con grande affetto. Tanto più che lui era veramente una persona unica. Politicamente era capace ma mi piace ricordarlo soprattutto sotto il profilo umano. Gli piaceva molto scherzare, era davvero bello passare del tempo con lui per il suo modo di fare così cordiale e sempre sorridente».
Boldrini ricorda un aneddoto: «Mi aveva un po’ ‘pizzicato’ per i miei capelli bianchi e io gli avevo risposto un po’ per le rime, dicendogli che non avrei mai voluto averli come i suoi. Avevamo scherzato, insomma. Era uno che sapeva stare al gioco, con un forte senso dell’umorismo. Di lui conserverò tanti ricordi bellissimi e per questo reputo doveroso rivolgere un pensiero a lui e parole di cordoglio per i suoi famigliari».
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