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Corpus Domini. «Un dono che intercede e ci salva»

Folla in cattedrale e alla processione per le vie del centro con il vescovo Antonio Napolioni

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09 Giugno 2023 - 08:28

Corpus Domini. «Un dono  che intercede e ci salva»

CREMONA - Sacerdoti e fedeli sono convenuti ieri sera in cattedrale per la messa del Corpus Domini, alla quale ha fatto seguito, con buona partecipazione, la solenne processione per le strade del centro storico, che si è poi conclusa nuovamente in duomo con la benedizione eucaristica impartita dal vescovo Antonio Napolioni. Dal vescovo, nell’omelia, un monito sulla mormorazione, seppur ritenuta «meglio dell’indifferenza». Monsignor Napolioni ha preso spunto dalle letture della liturgia, tratte dal Deuteronomio e dal Vangelo di Giovanni. Il contesto è dapprima quello del deserto, dove il popolo mormora contro Mosé, preferendo alla manna le pentole dell’Egitto e la sicurezza umiliante della schiavitù. «Ma la storia — ha osservato il vescovo — ci impone di attraversare il deserto, di accettare un cambiamento».

Il vescovo Antonio Napolioni in cattedrale

La mormorazione – stavolta quella dei giudei e dell’intelligenza religiosa del tempo - si ripropone nel Vangelo di fronte al figlio di Dio (liquidato come «il figlio del falegname») che porta la libertà della vita eterna. Calando il concetto nella celebrazione del «Pane del cielo», dalla consacrazione, alla comunione, alla processione il presule ha parlato di una «duplice mormorazione». Quella umana dei partecipanti che possono essere portati a «mormorare con il pensiero su chi c’è o chi non c’è, su chi si fa il segno della croce o su chi magari tiene un atteggiamento irrispettoso, o sul confronto dei numeri».

Dell’altra mormorazione, quella che «ci salva», parla invece San Paolo: è quella dello Spirito Santo «che intercede per noi con gemiti inesprimibili» e ci riporta al Padre. «Questa è la mormorazione da ascoltare e da raccontare, stupiti di un dono così grande, il pane del cielo, una chiamata che fa di noi i portatori del cielo sulla terra, sempre più capaci di condividere pensieri e sentimenti. Non mormorando alla maniera di chi non crede, ma lasciando che lo Spirito parli in noi».


Dopo la messa, concelebrata dal vescovo emerito, Dante Lafranconi, e dal vicario zonale, Pietro Samarini, da canonici, parroci e superiori del Seminario, la processione è stata preceduta dall’adorazione del Santissimo Sacramento, aperta dal canto del ‘Pange Lingua’, seguita da una preghiera del vescovo per la città e dalle invocazioni dei fedeli.

FOTO: FOTOLIVE/PAOLO CISI

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