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Carcere, i sindaci in visita a Ca' Del Ferro: «Obiettivo: fare rete»

Galimberti, Bergamaschi e Bongiovanni, con i relativi assessori alle politiche sociali, tra le celle per il tour organizzato dall’associazione radicale ‘Fabiano Antoniani’ (dj Fabo)

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

24 Maggio 2023 - 20:00

Carcere, i sindaci in visita a Ca' Del Ferro: «Obiettivo: fare rete»

CREMONA - I tre sindaci di Cremona, Crema e Casalmaggiore, con i rispettivi assessori al Welfare, hanno preso parte oggi alla visita al carcere di Ca’ del ferro, organizzata dall’associazione radicale ‘Fabiano Antoniani’ (dj Fabo). Gianluca Galimberti, Fabio Bergamaschi e Filippo Bongiovanni, con gli assessori alle politiche sociali dei tre comuni, Rosita Viola, Anastasie Musumary, e Teodolinda Baroni, la consigliera comunale di Crema Nancy Pederzani, che è anche presidente dell’associazione radicale.

Per la Antoniani sono inoltre intervenuti l’avvocato Luigi Camurri, e la segretaria Veronica Costanza Loffi. Oltre due ore e mezza in cui gli ospiti si sono prima confrontati con Rossella Padula, direttrice della casa circondariale, e poi hanno effettuato un giro nei vari settori. «Obiettivo principale della visita era quello di fare rete – hanno chiarito Pederzani e Camurri al termine –: in base alle novità introdotte dalla riforma Cartabia, il lavoro di rieducazione deve essere improntato anche al di fuori delle mura carcerarie, il primo passo è creare una collaborazione tra enti locali e casa circondariale».

Al centro dell’attenzione anche i cronici problemi strutturali. I detenuti, tutti maschi (a Ca’ del ferro non c’è una sezione femminile) sono 457, di cui 387 hanno condanne definitive. Gli stranieri sono 303, i due terzi del totale. La nazione più rappresentata, dopo quella italiana, è il Marocco con 102 detenuti, poi la Romania con 27, la Tunisia con 26 e l’Egitto con 24. Per dare l’idea del melting pot sono 80 le nazionalità presenti nel carcere cittadino. A fronte di ciò la carenza di personale, non solo per quanto riguarda la polizia penitenziaria, acuisce i problemi di comunicazione e convivenza.

«Mancano una sessantina di ‘secondini’, pari al 20% del totale, il 30% degli educatori, mentre il vuoto tra il personale amministrativo è ancora più importante – sottolineano Pederzani e Camurri – un mese fa si era svolto un consiglio comunale a Ca’ del ferro e da lì dovrebbe partire un comitato di collegamento carcere-territorio, l’idea è di fare una rete più vasta che coinvolga le principali amministrazioni della provincia. Dopo con l’incontro nell’ufficio della direttrice, abbiamo anche avuto la possibilità di parlare con i detenuti per capire le loro esigenze. C’è una campagna lanciata dai Radicali italiani che si chiama ‘Devi vedere’. Per capire le esigenze di un carcere non c’è altra strada che visitarlo e conoscerne la realtà».

Per gli amministratori cremaschi, è stato un primo contatto. «Un forte e significativo un momento di consapevolezza - sottolinea Bergamaschi –: una presa di coscienza che fa bene ad ogni amministratore. Ci sono degli ambiti in cui possiamo fare la nostra parte, ad esempio il reinserimento lavorativo dei detenuti. C’è sensibilità siamo già parte del progetto ‘Restart’, che vede Cremona capofila, per una sensibilizzazione della cooperazione sociale sui vantaggi del reinserimento lavorativo dei detenuti». L’assessore Musumary aggiunge: «Anche per il progetto di Giustizia riparativa siamo partner con Cremona: sportello che accoglie le vittime di reato col supporto di psicologi e assistenti sociali. Stiamo lavorando sulla formazione degli operatori e sulla formalizzazione dell’iniziativa. C’è già un indirizzo mail per avere un supporto dal punto di vista anche legale».

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