L'ANALISI
24 Maggio 2023 - 05:05
CREMA - «La nostra è una città che non ha un impianto all’altezza per il basket e soprattutto che è ricca di imprenditori senza cuore». Non prende il giro largo Lorenza Branchi, responsabile marketing della Pallacanestro Crema Logiman e da sempre anima della società, per denunciare una situazione che comporta un rischio reale: la mancanza di condizioni per iscrivere la squadra alla serie B1 nazionale, nella quale il quintetto cremasco è appena stato promosso. E dopo la rinuncia ormai scontata per motivi molto simili del Basket Team Crema alla serie A1 femminile, fare scopa sarebbe davvero una vergogna per la città.
«Per poter giocare in B1 – spiega Branchi – occorre un impianto da almeno 800 posti. L’unico in città con questa capienza è il PalaBertoni, ma non ha il fondo in parquet e poi occorre capire se risponde alle disposizioni attuali della Federazione. C’è bisogno di fare al più presto degli accertamenti tecnici. In aggiunta, va detto che l’impianto è affidato in gestione a una società di pallavolo e eventualmente occorrerà accordarsi con loro per farsi ospitare». Al PalaBertoni si giocava a basket quaranta anni fa (Sab Larredamento femminile e Banca Popolare maschile), poi si è deciso di concederlo al volley e a questo sport è rimasto affidato anche dopo la scomparsa della Reima.
«L’alternativa – prosegue Branchi – è ampliare il PalaCremonesi, ma se lo facesse il Comune, tra progetto e gara d’appalto, i tempi sarebbero troppo lunghi. Il primo ottobre inizia il campionato, o hai una palestra adeguata o non giochi. Potremmo ampliarlo noi come società visto che abbiamo una convenzione, ma anche qui occorre ragionare col Comune». E soprattutto farlo in fretta. La corsa è contro il tempo, ma l’impressione della Pallacanestro Crema è di dover correre da sola. Scarso interesse sarebbe la definizione corretta di ciò che la attornia. «Se entro il 25 giugno non avremo delle certezze, il primo luglio venderemo il titolo appena conquistato. Ce lo hanno già chiesto tre società». Se così fosse, sarebbe l'ennesima conferma di come sia difficile fare sport a Crema.
«L'appello del mio collega Paolo Manclossi del Basket Team per un sostegno economico - commenta la dirigente - è caduto nel vuoto e la A1 è ormai persa. Noi andremo avanti col progetto di consorzio di aziende perché abbiamo 25 dipendenti, perché facciamo giocare tanti bambini e perché ci rifiutiamo di arrenderci. Purtroppo, il nostro territorio è pieno di aziende che si fanno belle in giro per la penisola poi si girano dall'altra parte per qualcosa che succede a casa loro. Crema è una delle cinque città in Italia che vanta due squadre di basket a livello nazionale, ma questo non pare interessare a nessuno. Purtroppo mancano la programmazione in materia di impiantistica sportiva e senso di responsabilità sociale. È vergognoso che nessuno faccia niente per lo sport della propria città. I nostri ricchi si dimenticano che l'unica cosa per cui verranno ricordati è quello che hanno fatto per la loro comunità».
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