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Ex Bertarini: fiato sospeso in attesa del via alla cassa

La ventina di lavoratori non ancora ricollocati: «Almeno l’anticipo del Tfr ci avrebbe dato ossigeno»

Luca Luigi Ugaglia

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redazione@laprovinciacr.it

23 Maggio 2023 - 19:28

Ex Bertarini: fiato sospeso in attesa del via alla cassa

SESTO - Inps se ci sei batti un colpo. Il ‘colpo’ è il bonifico della prima mensilità di Cassa integrazione in deroga ai dipendenti dell’ex raviolificio Bertarini, quelli che dopo la chiusura dello stabilimento a metà dicembre non hanno ancora trovato un altro impiego. E quindi sono senza stipendio. La buona notizia è che il ministero del Lavoro ha dato il suo benestare a concedere fino a fine anno il sussidio, che nel gergo si chiama ammortizzatore sociale, ma quella cattiva è che per colpa dei tempi sempre lunghi della burocrazia questi soldi sui loro conti non sono ancora arrivati.

E loro li aspettano come manna dal cielo, perché da fine marzo le entrate sono pari a zero. Il guaio è che le bollette, l’affitto, le spese del condominio e chi più ne ha più ne metta non sono certo svaniti nel nulla. «Sono tre mesi che non percepiamo alcun reddito — lamenta molto preoccupato Gabriele Cima della Rsu — so che alcune mie colleghe hanno chiesto di prorogare il pagamento dell’affitto mensile, ma non sanno fino a quando i proprietari di casa avranno la pazienza e la bontà di aspettare; cominciamo insomma ad essere molto preoccupati, sappiamo che il decreto è arrivato ma noi abbiamo bisogno delle risorse per mandare avanti le nostre famiglie e quindi speriamo che chi deve mandare avanti le pratiche lo faccia con la massima urgenza».

Anche la sua collega Carmela Montonetti suona l’allarme rosso: «La situazione sta cominciando a diventare drammatica — ammette l’ex dipendente — nel senso che da tre mesi non percepiamo un soldo, ma da allora non è che i mutui e le bollette si siano bloccati; per un paio di mesi ce la puoi fare, ma ora siamo un po’ tutti con l’acqua alla gola. La cosa che ci ha spezzato le gambe è l’aver chiesto all’azienda quel famoso anticipo del Tfr, in attesa che ci arrivasse la cassa integrazione, ma ci hanno detto di no, anche se sono in fin dei conti soldi nostri che ci avrebbero dato un po’ di respiro; dopo averci messo in questa situazione non ci hanno nemmeno aiutato. La situazione è seria — conclude Montonetti — tante di noi sono monoreddito, c’è chi è sola o divorziata e l’Inps non ci fa sapere nulla. È vero che ci daranno gli arretrati, ma nel frattempo dobbiamo racimolare».

I sindacati seguono passo dopo passo gli sviluppi della situazione: «Abbiamo avuto conferma dal consulente dell’azienda, che il ministero ha approvato la Cassa — dice Paola Marazzi, segretaria generale della Flai Cisl — come sindacato eravamo preparati alle tempistiche burocratiche, un po’ meno lo erano le lavoratrici e i lavoratori che purtroppo devono fare i conti con i costi di tutti i giorni, oltretutto notevolmente aumentati dai pesanti rincari inflattivi sul carrello della spesa, su bollette e mutui».


«Avevamo previsto che i primi bonifici dall’Inps sarebbero arrivati in giugno — ammette il collega della Cgil Maurizio Zanoni — i lavoratori che non sono ancora stati ricollocati sono poco più di venti, per i quali abbiamo già avviato il percorso formativo per il loro ricollocamento. Ovviamente l’obiettivo è di riuscire a trovare a tutti un nuovo impiego entro la fine dell’anno».

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