L'ANALISI
13 Maggio 2023 - 13:18
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Ventidue anni fa si sono trasferiti da Bari a Cremona. Hanno affittato casa in un signorile palazzo del centro storico, civico 2 di via Cadolini. Proprietaria dell’intero stabile è Giuliana, natali a Cremona, 83 anni il prossimo 13 luglio. Per 21 anni, i rapporti tra gli inquilini - padre, madre e figlia – e l’anziana che nel palazzo abita, sono stati ottimi. Poi, dal 2022, di punto in bianco sono naufragati. ‘Tornatevene nella vostra Beri’; ‘Meridionali di… meglio affittare ai cinesi, ai romeni o regalarlo’. E’ la storia di un presunto stalking impastato con i pregiudizi che si consuma tra panni stesi, scampanellate, blitz nell’appartamento, presunte minacce e tirate di capelli. Il caso è finito in Tribunale a Cremona e a Bari sulla scrivania del sindaco Antonio Decaro.
L’ultraottantenne è stata rinviata a giudizio: atti persecutori nei confronti di marito, moglie e della loro figlia 21enne, una famiglia che si ritiene stalkerizzata per la sola colpa di essere meridionale e che si è già costituita parte civile in udienza preliminare con l’avvocato Paolo Carletti. Il 7 luglio prossimo, il processo.
Intanto, in questi giorno il sindaco della capitale del Liberty 2019 ha ricevuto una mail (come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno). Gliel’ha inviata la donna, 55 anni, ‘fiera di essere di Bari’ e non di ‘Beri’. Trentadue righe per informare Decaro dello stato dell’arte ("Siamo vittime di stalking?) e di sfogo: "Non è tollerabile, oggi giorno, che si continui con il pregiudizio, si denigrino e discriminino persone solo perché meridionali, venga disprezzata la città d’origine di una famiglia sempre ‘puntuale’ nell’adempimento dei propri doveri e disponibile per qualsiasi cosa".
Non ci sta, la 55enne, agli sbeffeggi dell’anziana padrona di casa. Perché "la nostra Bari è incantevole. Sentire sfregiare il suo nome in modo sprezzante da chi non la conosce ed al solo scopo di ferirci, perché ci sentissimo diversi è stato davvero devastante". Perché "il Mezzogiorno ha la sua immensa cultura, la storia e le tradizioni millenarie, per non parlare delle bellezze artistiche, delle località stupende e della innata accoglienza ed umanità espressa quotidianamente dall’empatia della sua gente’. In fondo alla lettera la firma della moglie: "Fiera di essere barese".
Porta la firma del pm Vitina Pinto la richiesta di rinvio a giudizio per l’ultraottantenne che tra il 20 marzo e l’1 luglio di un anno fa avrebbe tormentato la famiglia di ‘Beri’ costretta a cambiare abitudini di vita, a non invitare più gli amici a casa, a non uscire sul balcone di giorno. Quattro mesi di andirivieni delle Volanti. Tre pagine fitte di capo di imputazione raccontano delle ripetute lamentele per i panni stesi, degli appostamenti, di cartelli messi sui portoni degli inquilini con le regole della gestione delle abitazioni dove "i panni stesi vanno ritirati, pena l’obbligo di cambiare casa". Il 10 maggio Giuliana avrebbe afferrato un tubo e bagnato il bucato dei suoi inquilini di ‘Beri’: l'uomo si precipitò sul balcone. L’anziana lo bagnò dalla testa ai piedi, "dicendogli che l’acqua era santa e gli faceva solo bene", è scritto nel capo di imputazione. Ma l'anziana avrebbe anche dato al locatario del "dittatore come Putin", a sua moglie della "stregassa" (‘stregaccia’ in dialetto cremonese) e ad entrambi dei "meridionali di… tornate a Beri, andatevene al Sud che magari con i vostri simili vi capite".
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