L'ANALISI
SORESINA
12 Maggio 2023 - 12:14
SORESINA - «I controlli della polizia locale sulle case degli stranieri? Giustissimi. E se servisse una mano a informare chi arriva sulle regole della convivenza, noi saremo a disposizione degli agenti. Le leggi non vanno trasgredite». L’annuncio è del presidente del Centro culturale islamico Al-Manar di Soresina, Mohamed Elnadi, che vede di buon occhio le verifiche nate dalla denuncia pubblica del sindaco Diego Vairani, trai primi a parlare del ‘business degli affitti agli stranieri’. Il caso è esploso dopo la scoperta, fatta dagli agenti soresinesi, di un immobile (monofamiliare) in cui risultavano residenti trenta persone in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno.
Elnadi non fa sconti: «Si tratta di un problema vecchio, per chi abita a Soresina e la conosce. E forse oggi anche meno presente che in passato. Ma proprio per questo — ribadisce il coordinatore dell’associazione musulmana — bisogna fare in modo che non ci siano casi isolati, che ledano l’immagine di tutte quelle persone che, pur nate in altri Paesi, oggi si sentono soresinesi e cremonesi. Come me, come mia figlia che è arrabbiatissima per la sconfitta del Milan e che il nome delle squadre di calcio egiziane nemmeno lo conosce; come tanti che lavorano e rispettano le regole».
Il numero uno della comunità di religione islamica si occupa della questione ormai da anni: «Il tutto — racconta — nasce dalla necessità dei primi giovani che si trasferivano qui e che, per dividere le spese, coabitavano anche in numero elevato. Ma oggi — rivela — la situazione è ben diversa. Non mi stupisce dunque che un caso come quello evidenziato dalle indagini faccia scalpore e sono assolutamente d’accordo sull’idea di approfondire. Va anche detto però — aggiunge — che, oggi come oggi, siamo tutte famiglie ben integrate nel tessuto sociale e certo ben lontane dall’idea di ospitare altri per fargli ottenere permessi o vantaggi. Quindi, se c’è chi si comporta in maniera scorretta, ben venga che la polizia locale lo scopra e quindi ricorra a sanzioni».
Lo stesso centro Al-Manar sta lavorando a fianco delle forze dell’ordine da anni: «Sono invitate e più volte hanno presenziato alle nostre feste. Come fanno molte associazioni di Soresina. E tutto questo — evidenzia Elnadi — non è certo casuale. Al di là del rispetto reciproco e dello scambio di cortesie istituzionali, il fatto che un cittadino di origine straniera appena arrivato in città ci veda sfilare accanto ai consiglieri comunali, dialogare con polizia e carabinieri, ci possa osservare impegnati per la comunità e il sociale, è un monito all’osservanza delle regole. Così, insomma, prendono esempio e sanno che l’obiettivo del Centro è di essere coesi e far regnare la serenità nella città». Mentre la comunità islamica, come quella cattolica, il mondo associativo e la politica discutono, le indagini proseguono. In campo un nucleo operativo speciale, guidato dal vice-comandante della polizia locale Giuseppe Familiare. E i primi controlli hanno già dato risultati.
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