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Giro di vite sulle ‘case pollaio’, il leader del centro islamico: «Noi con il Comune»

Il presidente Mohamed Elnadi: «Se servisse una mano a informare chi arriva sulle regole della convivenza, noi saremo a disposizione degli agenti»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

12 Maggio 2023 - 12:14

Giro di vite sulle ‘case pollaio’, il leader del centro islamico: «Noi con il Comune»

SORESINA - «I controlli della polizia locale sulle case degli stranieri? Giustissimi. E se servisse una mano a informare chi arriva sulle regole della convivenza, noi saremo a disposizione degli agenti. Le leggi non vanno trasgredite». L’annuncio è del presidente del Centro culturale islamico Al-Manar di Soresina, Mohamed Elnadi, che vede di buon occhio le verifiche nate dalla denuncia pubblica del sindaco Diego Vairani, trai primi a parlare del ‘business degli affitti agli stranieri’. Il caso è esploso dopo la scoperta, fatta dagli agenti soresinesi, di un immobile (monofamiliare) in cui risultavano residenti trenta persone in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno.

Mohamed Elnadi


Elnadi non fa sconti: «Si tratta di un problema vecchio, per chi abita a Soresina e la conosce. E forse oggi anche meno presente che in passato. Ma proprio per questo — ribadisce il coordinatore dell’associazione musulmana — bisogna fare in modo che non ci siano casi isolati, che ledano l’immagine di tutte quelle persone che, pur nate in altri Paesi, oggi si sentono soresinesi e cremonesi. Come me, come mia figlia che è arrabbiatissima per la sconfitta del Milan e che il nome delle squadre di calcio egiziane nemmeno lo conosce; come tanti che lavorano e rispettano le regole».

Il numero uno della comunità di religione islamica si occupa della questione ormai da anni: «Il tutto — racconta — nasce dalla necessità dei primi giovani che si trasferivano qui e che, per dividere le spese, coabitavano anche in numero elevato. Ma oggi — rivela — la situazione è ben diversa. Non mi stupisce dunque che un caso come quello evidenziato dalle indagini faccia scalpore e sono assolutamente d’accordo sull’idea di approfondire. Va anche detto però — aggiunge — che, oggi come oggi, siamo tutte famiglie ben integrate nel tessuto sociale e certo ben lontane dall’idea di ospitare altri per fargli ottenere permessi o vantaggi. Quindi, se c’è chi si comporta in maniera scorretta, ben venga che la polizia locale lo scopra e quindi ricorra a sanzioni».

Il sindaco Diego Vairani


Lo stesso centro Al-Manar sta lavorando a fianco delle forze dell’ordine da anni: «Sono invitate e più volte hanno presenziato alle nostre feste. Come fanno molte associazioni di Soresina. E tutto questo — evidenzia Elnadi — non è certo casuale. Al di là del rispetto reciproco e dello scambio di cortesie istituzionali, il fatto che un cittadino di origine straniera appena arrivato in città ci veda sfilare accanto ai consiglieri comunali, dialogare con polizia e carabinieri, ci possa osservare impegnati per la comunità e il sociale, è un monito all’osservanza delle regole. Così, insomma, prendono esempio e sanno che l’obiettivo del Centro è di essere coesi e far regnare la serenità nella città». Mentre la comunità islamica, come quella cattolica, il mondo associativo e la politica discutono, le indagini proseguono. In campo un nucleo operativo speciale, guidato dal vice-comandante della polizia locale Giuseppe Familiare. E i primi controlli hanno già dato risultati.

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