L'ANALISI
11 Maggio 2023 - 05:15
Una veduta aerea di Soresina
SORESINA - Un nucleo operativo speciale della polizia locale addetto al controllo delle case con ‘domicili sospetti’. Sotto la lente, in particolare, gli appartamenti di proprietà di residente extracomunitari. Accade a Soresina, dove già il problema delle case affittate a basso costo, e con scarsa manutenzione, agli stranieri era stato sollevato dal sindaco Diego Vairani. Dopo un caso eclatante, che riguardava trenta presunti abitanti in una casa da circa 160 mq, che ne avrebbe ipoteticamente potuti ospitare in condizioni decenti nove, anche la Procura è scesa in campo incaricando delle indagini gli agenti di via Zucchi Falcina.
A coordinarli il vice-comandante della stazione Giuseppe Familiare: «Tutto è scaturito da quel caso specifico da cui è poi derivata notizia di reato – racconta il sottoufficiale –. A insospettirci non tanto i numeri esagerati in rapporto allo spazio, quanto più il fatto che gli ospitanti fossero una famiglia con papà, mamma e tre piccoli. Una così massiccia presenza di ‘estranei’ per nostro modo di vedere era particolare e potenzialmente destabilizzante. Si è poi effettivamente verificato che tali ‘ospitate’ erano potenzialmente utili al rinnovo del servizio di soggiorno. Se per soldi o meno, non è stato possibile appurarlo, per quanto verosimile. Ma da lì le verifiche sono proseguite. Abbiamo già elevato, infatti – precisa il numero due del commissario Giovanni Trielli – diversi verbali».
Come detto, sotto la lente degli agenti sono finiti soprattutto gli appartamenti in cui vivono persone nate al di fuori dei confini europei. «Ma chiariamolo subito – ci tiene a precisare il vice – non si tratta certo di razzismo, cosa a noi assolutamente estranea nella maniera più assoluta». La ragione nelle statistiche e nell’evoluzione demografica: «Abbiamo notato che negli anni ci sono stati degli eventi che hanno portato a una sempre maggiore concentrazione di inquilini extracomunitari in città» precisa Familiare.
«Si potrebbero citare, ad esempio, il forte deprezzamento delle abitazioni causato da una sorta di incuria nella gestione e manutenzione degli immobili, che ha attirato una clientela che aveva una disponibilità di denaro più limitata, e molti altri. Per questa ragione i controlli si sono concentrati in questa direzione, in collaborazione con le segnalazioni dell’Ufficio demografico. E con risultati». Attenzione, però. Non è un metodo per far cassa: «Un’ulteriore precisazione necessaria – chiosa Familiare – riguarda gli esiti dei controlli. I proventi delle eventuali contravvenzioni non vanno a noi, non vanno al Comune. Vanno alla Prefettura e allo Stato».
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