L'ANALISI
12 Maggio 2023 - 05:05
L'ospedale di comunità di Rivolta D'Adda
CREMA - Trentanove posti ottenuti per i due ospedali di comunità di Rivolta d’Adda e di Soncino, nuovi compiti e nuova organizzazione per i medici di base, ampliamento del servizio prelievi ad altri Comuni, ma anche un ridimensionamento della casa di comunità di via Gramsci per motivi economici. È quanto è emerso dalla riunione tenutasi ieri mattina, tra la direzione dell’Asst di Crema e i vertici del’Area omogenea cremasca. Per l’ospedale erano presenti Ida Ramponi e Diego Maltagliati, rispettivamente direttore generale e direttore socio-sanitario, attualmente facente funzione di direttore del distretto di Crema. L’Area omogenea era invece rappresentata dal presidente Gianni Rossoni e dal referente per la sanità Antonio Grassi.
«Durante la riunione, molto cordiale e collaborativa - spiega Rossoni - i vertici della sanità locale hanno informato su case e ospedali di comunità, pronto soccorso e medici di base. Sulle prime è stato evidenziato che, per quella di via Gramsci, l’aumento dei costi ha costretto a ridimensionare l’intervento di ristrutturazione e adattamento a due piani completi, invece dei tre programmati».
Precisazioni sono venute anche riguardo ai medici di base, dopo i malintesi dell’ultimo periodo tra l’utenza. «Non dovranno trasferire il loro ambulatorio nella casa di comunità come molti cittadini hanno inteso – ha chiarito il presidente dopo aver parlato con i vertici dell’Asst – ma dovranno, invece partecipare a percorsi di presa in carico e diagnostico-assistenziali di pazienti fragili e cronici e, più in generale, dei propri assistiti. Da settembre, la competenza della medicina di base passerà dall’Ats all’Asst, che agevolerà il rapporto tra gli operatori e la struttura».
Per quanto riguarda gli ospedali di comunità, come detto, l’Asst ha ottenuto 19 posti per Soncino e 20 per Rivolta, un risultato ritenuto più che positivo. L’ospedale di comunità, infatti, è una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Secondo le indicazioni del ministero della Salute, gli ospedali di comunità sono strutture rivolte a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minore o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica.
«Interventi potenzialmente erogabili a domicilio – hanno spiegato Ramponi e Maltagliati - ma che necessitano di assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio o in mancanza di idoneità del domicilio stesso». Per il servizio prelievi decentrato e attivo in molti Comuni, ha infine aggiunto Rossoni, «è stato assicurato che verrà mantenuto e potenziato con l’estensione ad altre realtà». La riunione si è conclusa con l’accordo che, per la seconda metà di giugno, verrà convocata dall’Asst un’assemblea di tutti i sindaci dell’Area omogenea.
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