L'ANALISI
29 Aprile 2023 - 15:18
CREMONA - C'era un tempo in cui arrivavano le delegazioni dalla Francia e la Falange spagnola da Madrid; veniva celebrata la messa, le bandiere erano molte.
Anno 2023, 29 aprile. Oggi le bandiere con l’aquila romana erano due e una ventina i partecipanti alla commemorazione, al Civico cimitero, della morte del gerarca Roberto Farinacci, ras di Cremona, di Benito Mussolini (28 aprile 1945) e di alcuni cremonesi che aderirono alla Repubblica sociale. I saluti romani, quelli sì. Con il decano Claudio Fedeli, 99 anni il prossimo 6 novembre, che invita i suoi a fare una foto con il braccio destro teso in avanti e "ben alzato", perché quell’altro con il braccio teso più basso, è il "saluto di Hitler".
Appuntamento alle 11 per il raduno organizzato dal Comitato onoranze caduti della RSI con il portavoce Gian Alberto d’Angelo che, come sempre, ha sfidato l’ordinanza del sindaco Gianluca Galimberti, il quale ha vietato la commemorazione. Carabinieri, polizia e Digos fuori e dentro il cimitero.
Una commemorazione sottotono. Lo vede, D’Angelo che parla di "pseudo bandiere al vento" e che nel suo discorso sui gradini della cappella, dice: "Un abbraccio ai camerati che da altre città vengono a darci manforte, perché se dipendesse dai cremonesi, che possiamo contare sulla punta delle dita, lo spettacolo sarebbe squallido. Se tali defezioni dipendono da me, sono disposto, tranquillamente, a mettermi da parte con la clausola e la speranza che il mio ipotetico successore voglia continuare ad organizzare la Commemorazione con la medesima coreografia di questi anni".
La tomba di Farinacci
Da D’Angelo le stoccate al sindaco Galimberti: "Ricordate quando anni fa accettai il suo invito a cambiare l'orario della nostra Commemorazione? Ci fecero chiudere nel cimitero. Ricordate quando, rivolgendosi al vescovo, riuscì a non far più celebrare una funzione religiosa in memoria dei Nostri caduti all’interno della chiesa del cimitero?"
D’Angelo ricorda che "le denunce contro di noi sono state archiviate e non perché abbiamo i santi in paradiso, ma perché una sentenza della Corte di Cassazione ha sancito che i saluti romani con le nostre splendide bandiere al vento nel contesto commemorativo non sono né un reato né un pericolo per la democrazia… Me ne frego dei suoi divieti, soprattutto perché il prossimo sindaco che verrà eletto dovrà capire che noi fascisti siamo persone serie, oneste, rispettabili e che osservano, a differenza di alcuni, le regole”.
Il corteo raggiunge la tomba del ras di Cremona: bandiera, corona d’alloro. Si recita , tre volte, l’eterno riposo, saluto fascista. Si onora "il camerata Roberto Farinacci" intonando 'Giovinezza', l’inno nazionale (Salve o popolo d’eroi...). I venti si spostano al campo N, davanti al cippo dei caduti della Rsi. Bandiera, corona d’alloro. Si nominano, uno ad uno, "i camerata", il Duce e Priebke. Saluti romani e l’inno ‘Battaglioni M’.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris