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CREMONA

Intervista a Foggetti (FdI): «Non siamo un partito di nostalgici»

Dopo la sospensione elettorale torna coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia: «Candidato a Politiche e Regionali, mi sono abituato ad essere il primo dei non eletti»

Massimo Schettino

Email:

mschettino@laprovinciacr.it

27 Aprile 2023 - 05:20

Intervista a Foggetti (FdI): «Non siamo un partito di nostalgici»

Stefano Foggetti con Giorgia Meloni e Marcello Ventura

CREMONA - Dopo la sospensione per motivi elettorali, Stefano Foggetti, 44 anni, project manager, torna a ricoprire il ruolo di coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia.

Come ha festeggiato ieri il 25 Aprile?
«Non ho potuto essere presente alle cerimonie perché ho festeggiato gli 80 anni di mia mamma e siamo andati via con tutta la famiglia»

A proposito di Liberazione: Giorgia Meloni non ha pronunciato l’aggettivo ‘antifascista’ come chiesto da Gianfranco Fini, ma ha fatto una riflessione in cui ha definito la destra «da trent’anni incompatibile con qualunque nostalgia del fascismo». Parole definite «inequivocabili» dallo stesso Fini. È d’accordo?
«Giorgia Meloni ha risposto in maniera esaustiva e senza lasciare adito a dubbi, chiarendo ancora una volta che Fratelli d’Italia non è un partito di nostalgici. Non lo siamo in Italia e a maggior ragione in Europa».

Stefano Foggetti, 44 anni

Lei torna operativo dopo una pausa dovuta alla candidatura per le elezioni Regionali, che segue quella per le Politiche: un bilancio?
«Fra le nostre regole c’è quella che un coordinatore che si candida ad una elezione che prevede le preferenze debba sospendersi. Il ‘reintegro’ mi è arrivato in questi giorni con provvedimento della presidente Giorgia Meloni. Quanto alle elezioni, mi sono abituato ad essere il primo dei non eletti. Mi è capitato alle Politiche e di nuovo alle Regionali. Ma a parte gli scherzi, è un’esperienza che mi è piaciuta, molto stimolante. Mi ero già candidato quando il partito aveva numero molto più piccoli. Ora ho potuto vedere il frutto di 10 anni di lavoro. Non sono entrato in Parlamento e in consiglio regionale, ma chi gioca a questo gioco deve saper accettare il risultato. Un risultato che ci consegna grandi responsabilità. Abbiamo un senatore, Renato Ancorotti, un consigliere regionale, Marcello Ventura, e aggiungo anche un consigliere provinciale, Attilio Zabert. Era il nostro obiettivo e l’abbiamo centrato. Ora la priorità è fare in modo che questo territorio possa dare di più, possa esprimere tutte le sue potenzialità. Abbiamo davanti due appuntamenti elettorali, di cui il più importante è nel 2024, quando andranno al voto circa 70 Comuni, fra cui Cremona e c’è l’occasione per ridisegnare la mappa provinciale delle amministrazioni».

Avete già individuato qualche nome su Cremona su cui ragionare con i vostri alleati?
«No, è ancora troppo presto. Quel che posso dire è che il nostro obiettivo è di presentarci come Centrodestra unito».

E per il voto del 14 e 15 maggio?
«Ci presentiamo con il nostro simbolo a Trescore e Vailate e spero che FdI vinca in entrambi i Comuni. Abbiamo presentato competenti e di livello e sono ottimista».

In Giunta Regionale non è entrato alcun cremonese, la nomina di Ventura a presidente della Commissione Attività produttive è un premio di consolazione o una leva importante per il nostro territorio?
«Condivido il rammarico di tanti e avrei voluto un cremonese in Giunta. Io durante le trattative ho fatto un passo di lato anche perché sarei entrato in Consiglio con la ‘promozione’ di Ventura. Detto questo, penso che la Commissione Attività produttive sia una delle più importanti, visto anche il peso economico della Lombardia. Ventura sa che dovrà lavorare molto, ma bisogna dargli qualche mese di rodaggio. Sull’opportunità di mantenere il seggio in Consiglio comunale io sono allineato alla sua scelta. Anche perché alla fine si tratta di un solo anno e non sarà da solo, ma è aiutato da un gruppo che lui con la sua esperienza saprà far crescere».

La Regione è anche uno snodo fondamentale per i provvedimenti in tema di siccità.
«Ventura non è solo presidente della Commissione Attività produttive, ma è anche componente della commissione Agricoltura e dunque rappresenterà le istanze del territorio dal Serio al Navarolo. Avere Marcello lì è una marcia in più per la nostra provincia. Voglio infine sottolineare che anche se ora siamo un partito del 30%, vogliamo rimanere quelli che siamo sempre stati: quelli che lavorano a testa bassa, magari senza grande visibilità. Questa è la mentalità che vogliamo mantenere».

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