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LA RICORRENZA

25 Aprile, Bongiovanni: «Dividersi è tradire i Caduti»

Il sindaco di Casalmaggiore: «Non sia la celebrazione di una parte sola»

Davide Luigi Bazzani

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davideluigibazzani@gmail.com

25 Aprile 2023 - 17:36

25 Aprile, Bongiovanni: «Dividersi è tradire i Caduti»

Il sindaco Filippo Bongiovanni

CASALMAGGIORE - Buona partecipazione, oggi, alla celebrazione del 25 Aprile, avviata alle 9,30 con il ritrovo alla ‘Casa del Mutilato’. Il corteo aperto dalla Banda Estudiantina, arricchito dal gruppo Armi e Bandiere dell’Associazione Bersaglieri, dai vari gonfaloni delle associazioni d’arma, combattentistiche, dei partiti e delle associazioni, dalle autorità civili e militari e dai cittadini, si è quindi portato sino alla chiesa di San Francesco per la celebrazione della messa, alle 10. Al termine si è riformato il corteo che si è portato nell’area cortilizia della Fondazione Conte Carlo Busi, dove la banda ha eseguito alcuni brani per gli ospiti.

Quindi sosta al monumento ai Caduti della Resistenza, con alzabandiera e ‘Silenzio’ e poi al monumento ai Caduti d’Europa in via Saffi. Qui due anonimi cartelli pacifisti sono stati appesi da qualcuno ad una inferriata nei pressi del cannone: «Si svuotino gli arsenali», «Si colmino i granai», espressioni di Sandro Pertini e Papa Francesco, e una citazione di Isaia: «Perché spendete denaro per ciò che non è pace?» Alle 11,25 un’altra sosta alla lapide ai Caduti nella residenza municipale e dalle 11,40 i discorsi.

Ha iniziato il sindaco Filippo Bongiovanni: «Voglio ricordare tanti nostri concittadini che sono caduti in battaglia o che non sono più tornati, oppure che sono tornati, ma profondamente segnati dagli orrori della guerra. In ogni caso sono riusciti a dar vita a nuove generazioni che hanno dato un futuro al Paese. Li ringraziamo per il loro coraggio». Il sindaco ha quindi riflettuto sulla situazione del Paese, dove «a livello nazionale e regionale hanno trionfato forze di centrodestra che stanno certamente dando un governo stabile al Paese».

Il sindaco ha rivolto infine un invito all’unità: «Se continuiamo a dividerci e a rappresentare la Liberazione come la festa di una sola parte, allora non abbiamo capito lo spirito di chi ha combattuto per l’intera patria, non di una sua parte». Una novità l’intervento del capogruppo degli Alpini, Vincenzo De Salvo: «Viviamo tempi angosciati, afflitti da eventi che credevamo sepolti nel dimenticatoio della storia. Proprio per questo cresce ancora di più l’importanza di celebrare una ricorrenza come il 25 aprile».

A seguire Jago Canova della quinta Itis del Polo Romani: «Consapevoli che ciò che è stato può tornare, che ogni conquista e ogni diritto non sono scontati e per sempre, sosteniamo la Costituzione e gli ideali che la animano, perché anche noi, come la generazione dei resistenti, possiamo lasciare in eredità ai nostri successori un mondo migliore di quello che abbiamo trovato».

Infine Giancarlo Roseghini, presidente della sezione Anpi di Casalmaggiore: «Ancora una volta mi trovo davanti a una piazza numerosa nella quale vedo dei vuoti. Non vedo Aurelio Magni, non vedo Giuseppe Rossi, non vedo Auro Bernini, non vedo Sergio Talamazzi, non vedo Tonino Baroni, non vedo Giorgio Lipreri, non vedo Giorgio Bianchi, non vedo Luigi Tamburelli, non vedo tanti che hanno animato in questi anni queste celebrazioni e per i quali vi prego di fare un grande applauso alla memoria. Ancora una volta noi accogliamo ogni esortazione all’unità, perché la Resistenza ne è stata un grandissimo esempio: vi hanno trovato posto i monarchici e gli anarchici, i liberali e i comunisti, gli azionisti, i socialisti, i cattolici e quanti avevano questa aspirazione di libertà. Il nostro problema non è sicuramente sapere di cosa siamo eredi, sappiamo perfettamente da quale storia veniamo. Il nostro problema è quello di esserne degni». 

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