L'ANALISI
20 Aprile 2023 - 05:25
CREMONA - Da anni i pendolari che si muovono fra Piacenza e Cremona hanno detto addio ai treni (per ora non può essere un arrivederci visto il ‘no’ ai finanziamenti deciso nel dicembre scorso da Regione Lombardia) ma adesso sono preoccupati anche per il trasporto su gomma, che potrebbe subire cambiamenti importanti. Stando a quanto denunciato dalle sigle sindacali piacentine, infatti, la società Seta che gestisce il trasporto pubblico emiliano avrebbe avviato le procedure per esternalizzare la tratta. Un timore raccolto e rilanciato da Fabio Callori, consigliere comunale a Caorso.
Appena saputo del bando di gara, le sigle Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Fna, Faisa-Cisal hanno scritto a Regione Emilia-Romagna, Provincia di Piacenza, Comune di Piacenza e Seta per chiedere un incontro urgente. Premettono che il patto regionale del trasporto pubblico come linea guida prevede che possano essere affidate in subappalto a gestori privati solo linee «a basso regime di utenza», ma la Piacenza-Cremona non rientra certo nella categoria visto che è ormai l’unico collegamento pubblico fra due capoluoghi di provincia e due regioni. I sindacati esprimono quindi preoccupazione «per le possibili ricadute sul personale in subappalto», ma anche «per l’impatto sull’utenza interessata, preso atto che Seta come mission aziendale ha unicamente il trasporto pubblico e che dopo dieci anni siamo riusciti ad ottenere un accordo sindacale strutturato sul servizio attualmente svolto».
Il caorsano Callori, ex sindaco ed ex consigliere regionale tra le fila di Fratelli d’Italia, lancia un appello ai politici di tutti i territori attraversati dalla linea: Piacenza e Cremona in primis, ma anche Castelvetro, Monticelli e Caorso. «Solitamente vengono esternalizzate linee poco battute e periferiche, mentre qua stiamo parlando di un collegamento importante fra due città. I rischi – sottolinea – sono l’incremento dei costi e, soprattutto, ulteriori problemi sul servizio. Gli amministratori della Bassa, e non solo, devono farsi sentire e chiedere al più presto un incontro. Anche perché nel frattempo sono stati annunciati aumenti del costo dei biglietti e dei contributi a carico dei Comuni».
In attesa degli sviluppi relativi al trasporto su gomma, è impossibile non pensare alla linea ferrata. Che fra Cremona e Piacenza è stata drasticamente ridotta dal 2010 e destinata unicamente ai treni merci dal 2013. Nei mesi scorsi i rispettivi sindaci Gianluca Galimberti e Katia Tarasconi avevano manifestato l’intenzione di lavorare insieme per un ripristino, sul quale però è calato prima il silenzio e poi anche una ‘bocciatura’: il Consiglio regionale lombardo a dicembre ha respinto l’ordine del giorno proposto dal Pd, che chiedeva di stanziare le risorse necessarie per riattivare la linea. «È l’ennesima occasione persa – aveva tuonato il consigliere Dem Matteo Piloni – per rispondere ad una necessità infrastrutturale e di mobilità per il territorio cremonese». Il sindaco di Castelvetro, Luca Quintavalla, aveva aggiunto: «Ho verificato che l’impegno da parte delle istituzioni emiliane ci sarebbe, ma è chiaro che a livello economico anche la Lombardia deve fare la sua parte».
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