L'ANALISI
19 Aprile 2023 - 10:08
Giuseppe Inama e due cardiologi all'opera
CREMONA - Venerdì e sabato si terrà presso l’auditorium della casa di cura Figlie di San Camillo il quinto congresso nazionale «Nuove Prospettive in Cardiologia» che vede il prezioso e accurato impegno di qualificati esperti della cardiologia italiana. Spiega Giuseppe Inama, responsabile delle Unità Operative di Cardiologia e Cardiologia riabilitativa dell’istituto Figlie di San Camillo, e past president nazionale della Società italiana di Cardiologia dello Sport: «Come è nella tradizione delle edizioni precedenti verranno trattati argomenti pratici, attuali e di particolare valore scientifico che interessano il cardiologo: la cura delle aritmie, la gestione della malattia coronarica, lo scompenso cardiaco, la riabilitazione cardiologica e la cardiologia dello sport. Nella cura delle aritmie le sfide ancora aperte riguardano il trattamento della fibrillazione atriale e la prevenzione della morte cardiaca improvvisa. La fibrillazione atriale rimane sempre al centro dell’interesse del mondo cardiologico e, in un periodo di scarse novità nella terapia farmacologica antiaritmica, la ricerca ci supporta con lo studio di nuovi materiali, di procedure ibride e di energie alternative per l’ablazione».
«La lotta alla morte cardiaca improvvisa — continua Inama — rappresenta sempre uno dei maggiori problemi della moderna cardiologia ed il defibrillatore automatico impiantabile, con la sua straordinaria efficacia è il presidio insostituibile in prevenzione secondaria e primaria. La tecnologia ci sta ora mettendo a disposizione nuovi apparecchi che possono fare a meno dei cateteri inseriti nel cuore utilizzando solo presidi sottocutanei. Rimaniamo ancora turbati da eventi tragici come l’arresto cardiaco improvviso sul territorio o sui campi di gara ma vediamo che oggi, a differenza del recente passato, si viene salvati e recuperati ad una vita normale grazie ad una rianimazione corretta e tempestiva sul posto con l’impiego del defibrillatore semiautomatico. Solo pochi anni fa non era così, ma i progetti di defibrillazione precoce con il coinvolgimento attento e qualificato del mondo del volontariato e l’addestramento diffuso ha permesso importanti risultati. Gli effetti favorevoli di questa ‘prevenzione secondaria’ si sono visti anche di recente nella realtà del nostro territorio con il rapido e corretto intervento del defibrillatore simiautomatico nei casi di arresto cardiaco in corso di sport. Ampio spazio è riservato nel corso alle problematiche relative alla cardiopatia coronarica al ruolo dei fattori di rischio, agli stili di vita, alle novità farmacologiche ed internazionali, alla gestione della sindrome coronarica acuta nel paziente anziano, al ruolo dei fattori di rischio quali l’ipertensione arteriosa, il diabete, le dislipidemie, l’iperuricemia, l’alimentazione».
«Si parlerà anche di Riabilitazione Cardiologica, di aderenza alle terapie dopo sindrome coronarica acuta e nello scompenso cronico, di stili di vita e di prescrizione dell’esercizio fisico. L’attività fisica e sportiva deve essere sempre presente nello schema terapeutico di un cardiopatico con programmi di training personalizzati e deve essere considerata come una terapia. Una sessione di relazioni è dedicata alla telemedicina che sta entrando sempre di più nella cura e nel controllo dei pazienti cardiopatici al di fuori dell’Ospedale con controlli a distanza utilizzando sistemi digitali avanzati».
Nel corso della cerimonia inaugurale di sabato alle 10,30 verrà consegnato il ‘Premio Cardiologia-Panathlon’ assegnato in questa edizione a Marco Metra, direttore dell’Istituto di Cardiologia dell’Università di Brescia.
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