L'ANALISI
19 Aprile 2023 - 05:05
L’incontro di sabato mattina in Vaticano tra i fedeli cremaschi e Papa Francesco
CREMA - «A pochi giorni dall’udienza che papa Francesco ha concesso alla Diocesi di Crema, lo scorso sabato, desidero condividere anzitutto una parola di ringraziamento: a Dio, in primo luogo, perché ci ha concesso di realizzare finalmente questo incontro e di vivere in esso un momento forte di Chiesa locale, in comunione con la Chiesa nella sua dimensione ‘cattolica’, universale». Così esordisce il vescovo di Crema Daniele Gianotti, in una lettera aperta rivolta ai fedeli della Diocesi.
Sette anni dopo l’ultimo incontro con il pontefice, e a quattro anni dalla beatificazione di padre Alberto Cremonesi — avvenuta nel 2019 e celebrata proprio da papa Bergoglio a Roma — un’intera comunità si è mobilitata per raggiungere la capitale, incontrare la guida dei cattolici, abbracciarla anche solo idealmente e ascoltarne il messaggio. Un’esperienza che non molte persone hanno nel corso della propria vita. Da qui l’entusiasmo degli organizzatori e dei partecipanti: un popolo composto da duemila persone d’ogni età.
«Ringrazio di cuore il Santo Padre Francesco per averci ricevuto — scrive ancora il vescovo — per le parole che ci ha rivolto, per la sua benedizione. La fatica fisica non gli ha impedito di prendersi il tempo di salutare da vicino, quanto più possibile, le persone presenti, nell’impossibilità evidente di salutare personalmente ciascuno. Anche per questo gli siamo riconoscenti e continuiamo ad affidarlo a Dio, perché lo sostenga nel ministero. E grazie, grazie davvero a tutti quelli che hanno partecipato all’iniziativa».
Il pellegrinaggio a Roma ha coinvolto curia e parrocchie di Crema e di tutto il territorio cremasco, con una adesione formidabile che ha impegnato non poco gli organizzatori della trasferta, compiuta perlopiù in pullman e in treno, anche se non sono mancate partenze autonome in auto. Anni di attesa che poi si sono concentrati in una memorabile ora di colloquio con il successore di Pietro. Il vescovo manifesta la sua gratitudine: «Ho visto da vicino il volto di una Chiesa in festa (nonostante la pioggia battente!), dove donne e uomini, giovani e meno giovani, famiglie, preti, diaconi, consacrati, persone in situazione di fragilità e disabilità, si sono unite in un pellegrinaggio ideale e reale, intorno al Papa e nel rinnovamento della propria professione di fede radicata nella testimonianza dell’apostolo Pietro.
Ringrazio tutti quelli che hanno curato l’organizzazione di questo momento, a Crema e a Roma: il gruppo di coordinamento diocesano, il personale di Curia, quanti si sono uniti nel coro e nel gruppo musicale, i coordinatori e accompagnatori degli spostamenti in pullman o in treno. Grazie a Trenitalia per l’ineccepibile servizio ferroviario, che ha coinvolto milleduecento persone, alla Prefettura della Casa Pontificia, al Governatorato della Città del Vaticano, alla Gendarmeria vaticana, al Centro televisivo, al personale della Basilica di san Pietro, alla Polizia di Stato, che ci ha assistito sia a Treviglio che a Roma».
Un viaggio fisico ma anche spirituale, quello che ha condotto così tanti cremaschi sabato mattina in aula Paolo VI. Un’esperienza che lascia il segno e ancor più forte poiché condivisa con tante persone della propria comunità. «Come ci ha detto con belle parole il Papa, questo nostro popolo riunito a Roma in rappresentanza di tutta la nostra Diocesi è ‘il tesoro della Chiesa: siete voi, siamo noi, tutti poveri davanti a Dio e tutti ricchi del suo amore infinito, che si riflette in modo unico negli occhi di ciascuno, e di cui siamo testimoni e missionari’ — sottolinea monsignor Gianotti —. Dio ci conceda di non sprecare questa ricchezza; l’intercessione del beato Alfredo Cremonesi protegga il Myanmar, e ci aiuti a vivere lietamente la missione di testimoniare il Vangelo nella nostra bella terra cremasca. Benedico tutti di cuore».
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