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EMERGENZA SICCITÀ

Il Po torna sotto gli 8 metri, occhi puntati sulle centrali

L’Autorità di bacino ha convocato per giovedì l’Osservatorio e i rappresentanti della categoria idroelettrica

Elisa Calamari

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11 Aprile 2023 - 10:55

Il Po torna sotto gli 8 metri, occhi puntati sulle centrali

CREMONA - Il fiume Po ha già oltrepassato quota -8 metri, arrivando a toccare nella giornata di ieri (primo pomeriggio) un preoccupante livello idrometrico da estate inoltrata: -8,02 stando alla stazione di rilevamento di Arpa Lombardia, situata nei pressi del vecchio ponte in ferro tra Cremona e Castelvetro. Al di là degli idrometri, a raccontare l’avanzata della siccità è il paesaggio: ad esempio gli spiaggioni di località Ponticello e località Cristo, oltre ai fondali sempre più vicini e molto più eloquenti di qualsiasi numero.


La situazione sarà analizzata in dettaglio fra pochi giorni, in occasione del prossimo Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici convocato dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po: è fissato per giovedì 13, anche alla presenza dei rappresentanti della categoria idroelettrica. In netto anticipo rispetto all’anno scorso, infatti, è già scattata la riduzione produttiva delle centrali: per quanto riguarda quella di Isola Serafini (Monticelli d’Ongina) Enel Green Power ha fatto sapere che «la situazione generale del Po si riflette anche sull’impianto e attualmente la risorsa idrica permette di avere un solo gruppo in esercizio, tuttavia ciò non induce al momento elementi di rischio per la sicurezza del sistema energetico». La scorsa estate proprio l’impianto idroelettrico piacentino era stato addirittura fermato totalmente, per la prima volta nella storia, a partire dal 16 giugno. Un provvedimento che potrebbe purtroppo essere ripetuto e addirittura anticipato visti i bassi livelli delle portate.


Nel frattempo, l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AdbPo), pochi giorni fa, ha tracciato un aggiornamento sugli invasi: le percentuali di riempimento dei laghi lombardi sono sostanzialmente stabili, con il Maggiore al 44,99, il lago di Como al 24,7%, quello d’Iseo al 22,1%, il lago d’Idro al 49,4 e il Garda 37,9. Sempre l’Autorità di bacino a Parma ha incontrato il Consiglio nazionale delle ricerche, alla presenza del direttore del dipartimento di Scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente Fabio Trincardi: è stata l’occasione per dare concreta operatività al Protocollo d’intesa quinquennale su sviluppo e pianificazione di politiche di difesa del suolo, di valorizzazione delle risorse, di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela delle acque del Grande Fiume.

Il segretario generale dell’AdbPo, Alessandro Bratti, ha illustrato l’attività dell’ente e ha parlato della creazione di una banca dati per le amministrazioni locali, come futura base operativa per la pianificazione delle politiche pubbliche sui temi del dissesto idrogeologico, degli ecosistemi e delle risorse idriche. Nelle scorse ore, a confermare uno scenario ogni giorno più delicato, è intervenuta Confagricoltura. Così il direttore dell’Area Sviluppo sostenibile e Innovazione, Donato Rotundo: «Abbiamo registrato un calo delle produzioni del 30% e in alcuni casi del 50% e questo fenomeno sta interessando in modo pesante la Pianura Padana, dove abbiamo la maggior parte delle produzioni agricole».

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