L'ANALISI
08 Aprile 2023 - 08:23
PESCAROLO - La gavetta di Mario Ferrari, soldato pescarolese reduce del secondo conflitto mondiale è stata ritrovata in Germania da un gruppo di ricercatori olandesi e inviata al comune di Pescarolo. Una storia veramente incredibile quella che, il sindaco Graziano Cominetti racconta con un filo di emozione ed orgoglio. «Tutto è partito da un messaggio che è arrivato su Messanger da parte di un ricercatore toscano sul profilo istituzionale del Comune». Uno dei membri del gruppo di ricerca storica WW2 Tuscany Hunter, Matteo Viciani ha contattato il comune di Pescarolo perché i colleghi olandesi avevano trovato in un ex campo di prigionia italiano in Germania la gavetta del soldato Mario Ferrari. Il desiderio è quello di restituirla alla famiglia e per questo si sono rivolti all’amministrazione comunale per riuscire a trovare i parenti del soldato.
Ferrari era nato proprio a Pescarolo il 7 settembre 1912. Era una contadino che è stato arruolato nel 66esimo Reggimento Fanteria. È stato catturato al fronte Italiano a Reggio Emilia l’8 settembre 1943, all’età di 31 anni ed è rientrato, dopo anni di prigionia in Germania il 23 settembre del 1945.
La sezione locale combattenti e reduci presieduta da Laura Vacchelli ha effettuato una ricerca storica dei documenti presenti all’Archivio di Stato che hanno permesso di ricostruire il percorso militare del soldato pescarolese. «Da quel messaggio abbiamo preso contatti tramite il ricercatore toscano con il gruppo olandese. Ci hanno raccontato che durante la loro attività di ricerca sono state recuperate moltissime gavette, tra cui quella di Ferrari. In base agli accordi tra Stati, sono tenuti a riconsegnare, qualora lo desiderassero, le gavette ai familiari delle persone a cui sono appartenute. Ovviamente come amministrazione ci siamo dimostrati interessati e abbiamo accettato la spedizione per cui ci sono stati chiesti solamente 12 euro. Siamo quindi alla ricerca del figlio o dei nipoti di questa persona. Speriamo di poterli rintracciare. Se fossero interessati alla gavetta ovviamente la restituiremo, in caso contrario la doneremo alla locale associazione combattenti e reduci. Per noi e anche per loro sarebbe un prezioso pezzo di storia di un pescarolese che potrebbe essere mostrato nelle occasioni delle festività nazionali».
Rintracciare la famiglia sarebbe un passaggio importante per capire la storia del soldato. Sulla gavetta infatti ci sono incisi due nomi di donna, ma al momento non si riesce a trovare il collegamento. Dalla ricerca anagrafica in comune infatti risulta che era figlio di Raffaele Ferrari e Letizia Pellini. Si era sposato con Agnese Cabrini nel 1936 dalla cui unione era nato Ernesto nel 1946. E’ morto il 9 febbraio 1996. Aveva quattro fratelli e sorelle Andrea, Paola, Teresa e Guido tutti deceduti. Una storia che sta appassionando un po’ tutti. Trovarsi tra le mani questa gavetta, significa dare un volto e una storia ad una persona del paese che ha vissuto gli anni della guerra e ha avuto la fortuna di tornare.
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