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Biometano e polemiche, FI: «Area sacrificata, tutta da ripensare»

I consiglieri ‘azzurri’: «Bosco di mitigazione e fotovoltaico sulla vecchia discarica»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

08 Aprile 2023 - 05:20

Biometano,  Marchi: «Questo piano fuori dal Pnrr»

Un impianto di biometano

CREMONA - «Quella parte di territorio ha già pagato abbastanza e oggi non ha bisogno di ulteriori penalizzazioni, ma di un piano serio di riqualificazione, effettivamente ispirato all’economia circolare». Parte da questo assunto la proposta diffusa ieri da Carlo Malvezzi, Federico Fasani, Saverio Simi (Forza Italia) con Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona). Una proposta corredata da due mappe a confronto che ha al centro il «contesto in cui verrebbe ubicata l’opera e dalle relative conseguenze» e che non prevede l’impianto di biometano, ma, al suo posto, un bosco di mitigazione e un parco fotovoltaico sulla ex discarica.


«Le amministrazioni di sinistra che si sono succedute negli anni — spiegano i consiglieri comunali ‘azzurri’ in una nota — hanno deciso di concentrare nella stessa area diversi impianti impattanti sulla base del vecchio principio urbanistico secondo il quale vi sono luoghi sacrificabili. Anche l’attuale amministrazione comunale, in sintonia politica con A2A, si muove ancora secondo lo stesso principio anacronistico, proponendo di rinunciare a decine di migliaia di metri quadri di aree agricole nel Plis del Po e del Morbasco per realizzare un impianto privo di una analisi qualificata, come ben evidenziato dai pareri tecnici degli organi preposti all’istruttoria della pratica. I propositi ambientalisti, tanto propagandati dagli esponenti di primo piano della maggioranza, cedono il passo alla sola logica dell’utilità economica: mi rende di più, lo realizzo. Fa sorridere inoltre che gli stessi amministratori che hanno condotto una battaglia ideologica contro la semplice previsione della strada sud al punto da stralciarne il tracciato dal Piano di Governo del Territorio, oggi siano i primi acritici sostenitori della realizzazione dell’impianto di biometano, le cui ricadute per l’ambiente sono incommensurabilmente superiori».


«La nostra proposta — spiegano Malvezzi, Fasani, Simi e Ceraso — è un cambio di paradigma: ogni intervento, ogni trasformazione, deve sempre ispirarsi ad alcuni irrinunciabili principi. Innanzitutto si deve garantire che il grado di tutela e di valorizzazione paesaggistica, ambientale e sociale sia finalizzato ad un miglioramento delle condizioni esistenti. Non si può ignorare l’esistenza di un tessuto residenziale consolidato, l’evidente carenza infrastrutturale e di servizi, la presenza di ambiti di valore ambientale, l’esistenza di una falda superficiale, le destinazioni urbanistiche delle aree e la vocazione agricola dei suoli».


Da qui la proposta di «alcune soluzioni alternative che vorremmo fossero oggetto di un serio e trasparente approfondimento tecnico ed economico. Evidenziamo alcune criticità che, a nostro giudizio, necessitano di risposte tempestive e risolutive». Al primo punto «la piazzola della raccolta differenziata» che «deve essere riprogettata sia per quanto riguarda l’assetto interno, oggi del tutto irrazionale, la funzionalità e l’accessibilità». Poi le «strade ed i servizi» che «sono palesemente inadeguati al carico insediativo ed al traffico veicolare. È necessario ripensare i collegamenti per le zone interessate dagli impianti, per le aree abitate e per le arterie principali tramite uno studio approfondito dei flussi attuali e dei fabbisogni futuri».


Il parco fotovoltaico: «Per incrementare la produzione di energia pulita proponiamo di valutare, alla luce di altre esperienze positive, la realizzazione di un parco fotovoltaico sfruttando il versante sud-ovest della ex discarica dei rifiuti urbani (circa 30mila metri quadrati), evitando inutile consumo di suolo agricolo, emissioni in atmosfera, emissioni in falda, inquinamento derivante dalla movimentazione dei liquami e digestato». «Questa prospettiva prevede anche una valutazione di possibili, ma realistici, progetti di riconversione del termovalorizzatore, rispetto al cui destino A2A non ha assunto fino ad oggi alcun impegno formale in nessun atto programmatorio. Da ultimo proponiamo di bandire un concorso internazionale di progettazione, invitando i migliori paesaggisti sulla scena internazionale a misurarsi con la riqualificazione complessiva del comparto con l’obbiettivo di restituire dignità e valore ad una parte di città che non può essere destinata al degrado per la responsabilità di alcuni».

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