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CREMA E TERRITORIO. DISAGIO SOCIALE

Minori in difficoltà, mancano le strutture di accoglienza

Il bando emanato dai 48 Comuni dell’ambito cremasco è andato deserto. Non sono arrivate candidature da parte degli enti del terzo settore

La Provincia Redazione

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07 Aprile 2023 - 09:26

Minori in difficoltà, mancano le strutture di accoglienza

CREMA - Non ci sono strutture pronte a ospitare i minori allontanati da situazioni familiari ormai ingestibili, vuoi per problemi di tossicodipendenza vuoi per alcolismo dei genitori, ma anche mamme con i figli che devono lasciare casa a causa del marito o convivente violento e fuori controllo. Il bando emanato dai 48 Comuni dell’ambito cremasco è andato deserto. Non sono arrivate candidature da parte degli enti del terzo settore, nonostante in città e nel territorio ci siano diverse realtà che da sempre si occupano dell’accoglienza di minori e madri con figli, come le comunità Papa Giovanni XXIII, la casa di accoglienza Colbert, ma anche la Caritas stessa.

Un’emergenza che negli ultimi mesi si è ulteriormente acuita tanto da spingere le amministrazioni a cercare nuove soluzioni per il servizio di pronto intervento sociale. «A questo punto – commenta il dirigente del Welfare del Comune di Crema Francesca Moruzzi – abbiamo deciso di riaprire i termini di presentazione delle istanze, individuando la nuova scadenza al 17 aprile alle 17».

Questa prima accoglienza deve in pratica garantire l’intervento quando sono chiusi gli uffici dei Servizi sociali, ad esempio quelli di Crema in via Manini. La necessità di un alloggio provvisorio può verificarsi a qualsiasi ora del giorno e della notte, fine settimana compresi: il problema riguarda tutto il territorio, non solo Crema che è Comune capofila del distretto cremasco.

Per le urgenze c’è un numero verde da contattare e viene trovata una struttura in poche ore. Negli ultimi anni le case di accoglienza si sono saturate, per la situazione di disagio sociale che si è accresciuta. Da qui il bando, messo a punto con Comunità sociale cremasca, per trovare i rinforzi che, per ora, non ci sono. Bisogna però fare in fretta. La disponibilità ad ospitare nell’immediato e per un breve periodo, in attesa che l’assistente sociale trovi una sistemazione a lungo termine, è fondamentale. Sino ad oggi la collocazione d’emergenza era di quattro giorni adesso è passata a una settimana. Questo garantisce ovviamente un po’ più di respiro agli uffici dei comuni, impegnati nella ricerca di comunità protette.

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