L'ANALISI
05 Aprile 2023 - 05:20
CREMONA - Crescono i potenziali donatori d’organi in provincia, come certificano i dati forniti dall’Aido, e dall’ospedale di Cremona arrivano riscontri positivi per quanto riguarda i prelievi multi organo. Sono stati 14 quelli effettuati l’anno scorso, tre dei quali a cuore fermo, procedura che in Italia può avvenire solo dopo che un medico abbia certificato la morte. Questo avviene mediante l’esecuzione di un elettrocardiogramma, che va protratto per un tempo di almeno 20 minuti, mentre nella maggior parte dei Paesi europei questo tempo è di cinque minuti. L’anno prima erano stati addirittura venti i prelievi multi organo e multi tessuto effettuati all’ospedale cittadino. In tutti questi casi lo staff del Maggiore non interviene da solo, ma è affiancato dalle equipe dei nosocomi dove poi avverrà il trapianto dell’organo prelevato, generalmente dopo sei-otto ore.
«Il numero dei prelievi dipende ovviamente dalla presenza di pazienti idonei – sottolinea Alberto Bonvecchio, coordinatore donazione e prelievo organi e tessuti dell’Asst –: in questi anni c’è stato un incremento importante dei donatori multi tessuto a cuore fermo, con il prelievo di cornee e cute. Chiaramente qui in ospedale lavoriamo coinvolgendo tutti i reparti non solo la terapia intensiva». Bonvecchio già in passato aveva ricordato l’importanza di dare la propria disponibilità sin dalla giovane età alla donazione di organi.
«Il dono è certamente importante per chi lo riceve, ma è altrettanto rilevante per chi fa questa scelta sotto il profilo etico – aveva chiarito in una precedente intervista concessa al quotidiano La Provincia –: lo ritengo innanzitutto un dovere sociale e facciamo un’azione importantissima anche per noi stessi. Poi, la scelta di donare è fondamentale per chi è in attesa di ricevere un organo, oggi unica terapia possibile per una serie di patologie particolarmente gravi, perché alternative non ci sono». Il trapiantato oggi non è una persona che sopravvive, ma è un individuo che è tornato a vivere, a lavorare, a fare sport. È una persona che nell’87% dei casi fa una vita normale. Ci sono però delle resistenze a donare i propri organi, tra queste «la sfiducia nelle istituzioni, la paura di essere depredati, le motivazioni religiose – aveva precisato Bonvecchio –: per questo motivo cerchiamo di fare informazione e sensibilizzazione: in Italia ci sono mediamente tutti gli anni 9 mila persone in lista attesa. Riusciamo a fare circa 3.200/3.500 trapianti, ma altrettante persone si ammalano».
Reclutare più donatori è quindi l’unica strada percorribile. Un tema al centro dell’assemblea provinciale dell’Aido che si è tenuta nei giorni scorsi in città, al seminario vescovile. Tra i relatori il presidente Francesco Pietrogrande e il responsabile regionale Corrado Valli. «Nella nostra provincia gli iscritti al 31 di dicembre 2022 erano 15.296, di cui 6.797 uomini e 8.499 donne – ha evidenziato Pietrogrande –: abbiamo avuto 198 nuove adesioni. De queste, 115 con digitalAido, 31 maschi e 84 femmine. Questo conferma la giusta scelta dell’associazione di utilizzare le modalità di iscrizione offerte da internet. Nel corso dell’annata abbiamo promosso numerose attività di informazione e divulgazione in tutta la provincia: banchetti, incontri, serate musicali, celebrazioni, la tradizionale castagnata. Importanti sono stati i 75 appuntamenti con gli studenti delle scuole medie e superiori. Abbiamo incontrato oltre 1.500 alunni».
Questi progetti legati alla divulgazione dell’importanza della donazione degli organi continueranno anche durante l’anno in corso, programmando nuove conferenze negli istituti cittadini e non solo. Un impegno costante, da parte dei vertici provinciali dell’Associazione italiana donazione organi, che viene portato avanti in accordo con gli istituti comprensivi e quelli superiori del territorio.
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