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IL REPORT

'Scenari economici', imprese cremonesi simbolo di resilienza

Le grandi sfide dell’imprenditoria alle prese con le crisi e l’incertezza. Antoldi: «Coraggio, innovazione e ricerca per garantirsi il futuro». Ecco come le aziende leader hanno resistito aumentando i fatturati

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

29 Marzo 2023 - 08:14

'Scenari economici', imprese cremonesi simbolo di resilienza

CREMONA - «Come dicono a un certo momento nei film, siamo in Defcon 3, ossia in una situazione di incertezza. Non si può più pensare di fare impresa gestendo l’esistente: è il momento di modificare l’ambiente in cui agisce l’azienda con decisioni coraggiose. È il momento del ritorno al genuino spirito di impresa».


È la fotografia, e anche l’esortazione, di Fabio Antoldi, direttore del Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale (Cersi) dell’Università Cattolica che ha elaborato e presentato ieri al Museo del Violino ‘Top 400’, il report annuale delle più importanti società di capitali del territorio realizzato con La Provincia di Cremona e Crema, con l’Associazione Industriali di Cremona e il contributo di Credito Padano. Il volume sarà distribuito gratuitamente in edicola con il giornale di oggi.


Moderato dal direttore de La Provincia, Paolo Gualandris, l’incontro dal titolo ‘Scenari economici’ è stato l’occasione per fare il punto della situazione cercando di intravedere i trend del futuro. «L’analisi dell’esistente — ha sottolineato Gualandris — è la base necessaria per programmare il futuro. E a giudicare dalla partecipazione, mi sembra che questo appuntamento stia entrando nel cuore dei cremonesi».


Fra il pubblico, tra gli altri, il prefetto Corrado Conforto Galli, il questore Michele Sinigaglia e i comandanti di Guardia di Finanza e Carabinieri, colonnello Massimo Dell’Anna e colonnello Giuliano Gerbo. Poi il presidente di Confagricoltura Lombardia e della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Riccardo Crotti, il leader di Confindustria Lombardia, Francesco Buzzella, il sindaco Gianluca Galimberti, esponenti politici e i rappresentanti delle associazioni di categoria.


Antoldi è partito dalla descrizione dello scenario: tempi difficili, in cui le aziende sono chiamate ad eccellere. E dai dati economici: nel 2021, l’anno successivo all’esplodere della pandemia, il Pil italiano è aumentato del 7%. Sono cresciuti i consumi delle famiglie (+4,7%), gli investimenti (+18,6%), le esportazioni (+14%) e l’occupazione (+7,6%). Numeri che negli anni successivi sono calati molto. Il Pil nel 2022 è salito del 3,7%, per il 2023 si prevede un +0,4% e nel 2024 una risalita all’1,2%. Gli investimenti negli stessi anni sono passati da un +18% (2021) a +9,4%, +0,2% e +2%, Insomma se il 2020 è stato l’anno della crisi, il 2021 quello della ripresa, azzoppata nel 2022 dalla guerra e dai costi energetici, 2023 e successivi si annunciano molto diversi, con tanti punti interrogativi e un nuovo ordine mondiale alle porte con la Cina che spinge. Sul piano tecnologico l’Intelligenza Artificiale cambierà le nostre vite come uno tsunami.


«Siamo in un ambiente Vuca, acronimo americano che comprende volatilità, incertezza, complessità e ambiguità. In questo contesto non si può pensare alla «buona gestione» dell’impresa, occorrono «buon governo» e ricerca dell’eccellenza: l’ambiente è modificabile e non dato e il focus è sullo sviluppo di un vantaggio competitivo con decisioni coraggiose. Serve un rinnovato spirito imprenditoriale. Le imprese cremonesi nell’ultimo anno hanno dato dimostrazione di resistenza e resilienza: se in dieci anni sono passate da 28.701 a 24.977 (-13%), gli addetti sono passati da 94.037 a 96.008. E di conseguenza crescono le dimensioni aziendali (dai 3,28 in media del 2012 ai 3,84 nel 2022). Comunque il 94,38% rientra nella categoria delle micro imprese (da 1 a 9 addetti). Il Covid ha impattato diversamente a seconda del settore: in termini di fatturato l’industria ha recuperato e prosegue la crescita; l’artigianato è crollato maggiormente e non si è ancora ripreso; il commercio era già in crisi prima del Covid e non ha ancora recuperato i livelli del 2010.

Fabio Antoldi


Per quanto riguarda le Top 400, il report prende in esame i bilanci di esercizio 2021 delle più grandi società di capitali con principale sede operativa in provincia di Cremona. Le imprese analizzate sono solo il 7,9% di Srl e Spa, ma impiegando 33.465 addetti corrispondono al 79,9% degli addetti totali delle società di capitali e al 35,7% del totale degli occupati in imprese della provincia. Tutti i settori chiave dell’economia cremonese sono ben rappresentati. I ricavi complessivi sono saliti in praticamente tutti i settori, in media del 31,3%. I ricavi aggregati del 2021 ammontano a 18.116.354.380 euro, +31,3% sul 2020. Il reddito netto è stato di 919.634.720 euro, +122,7% rispetto al 2020. Per quanto riguarda l’analisi dei settori, in provincia la parte del leone la fanno le 39 imprese metallurgiche (+61% di fatturato sul 2020) e le 59 alimentari (+10% di fatturato sul 2020), che insieme fanno metà del fatturato 2021. Tutte le Top 30 nel 2021 superano i 100 milioni di euro di ricavi.

FOTO: FOTOLIVE/PAOLO CISI

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