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OMBRE E LUCI SULLA STORIA

La casa di Aroldi da demolire, Italia Nostra: «Ripensateci»

Piano di recupero: via l’edificio del noto pittore. Leoni: «Gli ex proprietari non hanno messo il vincolo»

Davide Luigi Bazzani

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davideluigibazzani@gmail.com

25 Marzo 2023 - 09:18

La casa di Aroldi da demolire, Italia Nostra: «Ripensateci»

CASALMAGGIORE - «Scompare un altro pezzo della storia di Casalmaggiore?». Lo chiedono alla cittadinanza i referenti casalaschi dell’associazione Italia Nostra in merito alla prevista demolizione della casa del pittore Tino Aroldi, nell’ambito del piano di recupero di iniziativa privata destinato a cambiare volto al comparto residenziale degradato posto all’angolo tra via Petofi e via Harris.

«Pare che la nuova proprietà dell’immobile non abbia esercitato il diritto al vincolo storico — dice Italia Nostra —, ma abbia invece optato per una radicale demolizione dell’edificio per procedere in seguito alla costruzione di nuove unità abitative. Qualora fosse confermato, sarebbe una perdita sostanziale di quel patrimonio culturale che rappresenta il bene pubblico da preservare come memoria storica di una città; infatti la casa di Aroldi era anche un prestigioso atelier, dove si sono effettuate mostre di artisti locali; e non va dimenticato anche l’interesse storico dell’edifico costruito nell’Ottocento e restaurato negli anni ’20 dall’architetto Tommaso Aroldi, zio di Tino, seguendo le linee guida dello stile Liberty».

«Anche la muraglia di mattoni dovrebbe sparire, proprio quella che dopo una breve interruzione continua verso la chiesa di san Francesco. La nuova proprietà ha esercitato un suo diritto sull’immobile, ma il rammarico è grande, perché se venisse confermata la demolizione si perderebbe un altro pezzo di storia del paese. Pier Paolo Pasolini — conclude Italia Nostra — poco prima di morire criticò un certo tipo di sviluppo industriale il quale anche attraverso l’urbanizzazione stava spersonalizzando la società, trasformando gli abitanti da cittadini a consumatori di prodotti. La memoria si conserva anche nelle pietre che raccontano la vita di chi ha abitato quei luoghi e ha contribuito a creare le comunità locali: parole non dette che dicono più di parole scritte».


Interpellato per un commento, il vicesindaco Giovanni Leoni, assessore all’Urbanistica, ricorda che «il consiglio comunale ha approvato all’unanimità la individuazione della zona di riqualificazione interessata nell’ambito del vigente Piano di Governo del Territorio, consentendo così di assoggettare la zona perimetrata a piano di recupero. Il piano di recupero è già andato due volte in commissione edilizia e in entrambi i casi ha ottenuto l’ok. Ora l’iter procede. Come considerazione generale posso dire che se la proprietà precedente avesse voluto tutelare il bene, avrebbe presentato richiesta di vincolo, cosa che non ha fatto. Parliamo, comunque, di un fabbricato che, per quanto riguarda la parte esterna, non ha un valore tipologico particolare. Il piano di recupero presentato dagli attuali proprietari è sicuramente molto apprezzabile, com’è emerso anche in consiglio comunale, perché consente di recuperare una zona particolarmente degradata».

Nella relazione tecnica si legge «l’intervento di progetto consiste nella demolizione completa dell’edificio e nella ricostruzione dello stesso. Il nuovo edificio sorgerà in gran parte sul sedime originario, fatta eccezione per un piccolo corpo di fabbrica ai margini del giardino. Non vi sarà in ogni caso nessun aumento planivolumetrico. Dal punto di vista architettonico si manterranno le tipologie costruttive tradizionali con elementi decorativi tipici della zona».

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