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OLMENETA

Spacciano droga nei campi: blitz dei carabinieri, due arresti

I marocchini clandestini, di 22 e 23 anni, hanno provato a scappare: presi. Davanti al giudice: "Ci dispiace". Vanno in carcere

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

23 Marzo 2023 - 15:56

Spacciano droga nei campi: blitz  dei carabinieri, due arresti

le fasi dell'arresto

OLMENETA - Hanno 22 e 23 anni, non hanno né una casa né un lavoro né un documento. Marocchini clandestini, i due avevano un bivacco tra i campi di Olmeneta. E lì spacciavano droga: cocaina ed eroina.

Lo hanno scoperto i carabinieri che vicino la passaggio a livello della frazione Casale Belvedere, a 2,6 chilometri da Olmeneta, avevano avuto la segnalazione di un traffico di auto intenso. Le macchine si fermavano pochi istanti, il tempo per effettuare lo scambio di droga e denaro e ripartire.

I militari della Compagnia di Cremona hanno organizzato un imponente servizio coordinato dal comandante provinciale, il colonnello Giuliano Gerbo: sono stati impiegati 12 militari appartenenti al servizio Radiomobile, alle stazioni di Cremona, di Vescovato e di Robecco d’Oglio.

droga

I due marocchini hanno provato a scappare, ma i militari li hanno presi. Il blitz e l’arresto sono di due giorni fa. Oggi il giudice ha convalidato l'arresto. Restano in carcere i giovani pusher clandestini. Durante la fuga, uno dei ha gettato nel campo un borsello a tracollo. Conteneva tre involucri in plastica. In due sacchetti c’erano circa 82 grammi di eroina, nell’altro 21 grammi di cocaina. L’altro aveva lanciato un sacchetto in plastica: conteneva 36 grammi di cocaina. In tasca i pusher avevano 1300 euro in contanti.

Nel loro bivacco, i carabinieri hanno trovato non solo indumenti, tracce di cibo e bevande, ma anche tre bilancini di precisione, plastica in parte già ritagliata per confezionare le dosi e i telefonini. Tutto è stato sequestrato.

Oggi all’udienza di convalida dell’arresto, i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. "Mi dispiace", ha detto il 23enne che ha raccontato di lavorare "in nero in campagna" e di abitare in via Trebbia a Cremona "in un edificio abbandonato". "Sono dispiaciuto per quanto accaduto", ha riferito l’amico, braccia incrociate, sguardo basso. Al giudice ha detto di chiamarsi Abdul, il suo avvocato di Milano lo conosce per Mohamed. "Lavoro come muratore", ha aggiunto. Dove, non lo ha saputo dire. "Lavoro in nero", ha precisato, dicendo anche di abitare in via San Quirico a Cremona . "Mi ospita un amico", ma dell’amico non sa il nome.

Gli avvocati hanno chiesto il termine a difesa: il processo è fissato al 6 aprile prossimo, in attesa dei risultato della perizia sulla droga sequestrata. Intanto, i due vanno in carcere, "unica misura idonea per il giudice, in quanto "sussiste il concreto e attuale pericolo" che i due continuino a spacciare droga, "dal momento che sono clandestini, sprovvisti di documenti, senza fissa dimora e senza alcuna attività lavorativa lecita accertata".

Il fenomeno dello spaccio nei boschi e nelle campagne "è una piaga presente anche nel territorio cremonese e crea allarme sociale – spiegano al Comando provinciale dell’Arma dei carabinieri - . Si tratta di piccoli gruppi di spacciatori che creano veri e proprio bivacchi per passare sul posto molte ore della giornata, usano telefoni e powerbank per gestire, con notevole autonomia, la rete dello spaccio di droga, mantenendo una miriade di contatti. Funziona così. I clienti mandano un messaggio o fanno una breve chiamata al pusher, raggiungono il posto indicato, fanno un rapido scambio in precisi punti a bordo della strada e ripartono, mentre gli spacciatori spariscono nelle campagne inattesa del prossimo cliente". Un giro d’affari tra le sterpaglie che frutta migliaia di euro, perché la domanda è alta. I carabinieri continuano a monitorare il fenomeno.

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