L'ANALISI
CREMONA
22 Marzo 2023 - 16:43
Monica Guasti, ex titolare dell'agenzia 'Le Sartoriali del viaggio'
CREMONA - «La signora Guasti era la responsabile dell’agenzia, era la titolare, dava gli ordini, seguiva la parte dei pagamenti. La signora Guasti in persona autorizzava a fare i pagamenti». A ‘Le Sartoriali del Viaggio’, l’agenzia di viaggi inaugurata il 14 gennaio del 2017 in corso Mazzini, «il riferimento era la signora Guasti».
Monica Guasti oggi era in Tribunale, ma non si è accomodata sul banco degli imputati, al processo che la vede accusata di essersi appropriata indebitamente di 16.221,89 euro, il costo del viaggio in Nuova Papua Guinea che il professor Roberto Esposito, luminare di Milano nel frattempo morto, dovette pagare due volte. Guasti ha preferito appartarsi in corridoio per non incrociare gli sguardi di due ex dipendenti: il direttore tecnico assunta a gennaio, licenziata a fine luglio, mai pagata, e una ex impiegata.
L’una e l’altra avevano lavorato in altre agenzie di viaggio, poi si presentò l’occasione delle Sartoriali: viaggi di lusso, clientela alta. Il giorno del vernissage non si badò a spese se è vero, secondo il ricordo di chi vi lavorò, che si scucirono «36 mila euro» per far venire in corso Mazzini Ernst Knam, il re del cioccolato ospite d’onore. Le Sartoriali ebbero una vita breve: lo sfratto a maggio del 2018, le cause e le querele di clienti furiosi. Come il luminare Esposito, i cui eredi sono parte civile con l’avvocato Attilio Raco di Milano.
Il 16 agosto del 2017, con la moglie e un gruppo di amici, Esposito partì per la Papua Nuova Guinea, ma una volta in Oceania, la doccia fredda. Il tour operator disse che il viaggio non era stato pagato. Il luminare lo ripagò con la carta di credito. Rientrato, presentò la querela.
L’ex direttore tecnico delle Sartoriali conosceva Esposito, già suo cliente nella precedente agenzia di viaggi. Lui la seguì, lei intavolò la trattativa per la vacanza in Papua Nuova Guinea. Teste del pm onorario Silvia Manfredi, ha spiegato: «Mi ricordo di aver chiesto due acconti e un saldo, quest’ultimo un mese prima del viaggio. Io poi non so come sia andata avanti la trattativa, perché il 12 luglio ero in Mongolia con dei clienti». La pratica passò «in amministrazione» ed «era la Guasti a gestire sempre tutti, era il titolare principale dell’agenzia, tutti noi ci riferivamo a lei». Sul secondo acconto pagato dal cliente, la teste ha precisato: «Mi fu chiesto di chiederglielo, perché dovevano fare altri pagamenti».
Insomma, le Sartoriali avevano bisogno di liquidità per «tappare» i buchi aperti su altri viaggi. Come quello in Cile, a maggio, quando il direttore tecnico accompagnò dei clienti «e ho scoperto che i servizi non erano stai pagati. Io ho avuto lo stesso problema». La pratica Papua Nuova Guinea non la seguì nemmeno la seconda teste. «Ma ho sentito che c’erano stati dei problemi; so che fu passata alla Guasti», ha fatto verbalizzare l’ex impiegata, che alle Sartoriali fu assunta «dalla Guasti» a gennaio del 2017 e vi lavorò sino al 12 agosto successivo, «poi il rapporto si è interrotto, perché da tre mesi non mi pagavano».
«Chi le pagava lo stipendio?», ha rilanciato il giudice. «Purtroppo, devo ancora prendere i soldi. Comunque, c’era il ragioniere che faceva il bonifico autorizzato dalla Guasti. Circa il mio licenziamento, so che c’era un piano di rientro firmato dalla signora Guasti. Non ho avuto un centesimo». Si tornerà in aula il 31 maggio prossimo.
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