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Caso Beccalli, oggi la sentenza della Corte d’Assise d’Appello nei confronti di Pasini

Il 48enne era stato assolto in primo grado (rito abbreviato) dall’accusa di omicidio volontario nei confronti dell’amica Sabrina, ma condannato a 6 anni per aver distrutto il corpo nella Fiat Panda di lei

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

09 Marzo 2023 - 20:50

Caso Beccalli, domani la sentenza della Corte d’Assise d’Appello nei confronti di Pasini

Alessandro Pasini, a fianco il Palazzo di Giustizia Zanardelli di Brescia

CREMA - È attesa per oggi la sentenza della Corte d’Assise d’Appello nei confronti di Alessandro Pasini, 48 anni, assolto in primo grado (rito abbreviato) dall’accusa di omicidio volontario, di aver ucciso l’amica Sabrina Beccalli, 39 anni, all’alba di Ferragosto del 2020 nell’appartamento in via Porto Franco dove i due avevano consumato droga. Assolto, Pasini, ma condannato a 6 anni per aver distrutto il corpo della povera Sabrina nella Fiat Panda di lei. L’uomo appiccò il fuoco all’auto lasciata nella campagna di Vergonzana. Un veterinario dell’Ats Val Padana scambiò i poveri resti di Sabrina per quelli di un cane. E molti di quei resti vennero smaltiti nell’inceneritore.

Sabrina Beccalli


Il sostituto Pg, Rita Anna Emilia Caccamo, aveva già chiesto di condannare Pasini a 20 anni di carcere per omicidio. «Sabrina è morta per overdose», si difende da tre anni l’imputato. La Corte d’Assise d’Appello (presidente Giulio Deantoni, giudice consigliere Massimo Vacchiano e sei giudici popolari) ha poi disposto approfondimenti istruttori. Il 20 gennaio scorso erano stati sentiti i consulenti tecnici del pm — l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, Domenico Candia e Debora Mazzarelli — quelli incaricati dall’avvocato di parte civile Antonino Andronico — il generale Luciano Garofalo e il brigadiere Edi Sanson — e Angelo Grecchi, il medico legale messo in campo dagli avvocati Stefania Amato e Paolo Sperolini, difensori di Pasini.

Erano stati sentiti i carabinieri del Ris e la vicina di casa che intorno alle 5 del mattino sentì l’urlo di una donna: «Aiuto, aiuto no!». Cattaneo ha parlato di micro fratture alla mandibola e alla mascella. E di una lesione «a stampo» causata da un colpo violento con un corpo contundente, sferrato dall’alto al basso. Una lesione a forma circolare, forse compatibile con l’anello di ferro fissato sul manico di una roncola trovata nel ripostiglio. La stessa roncola che nel primo processo non fu presa in considerazione, perché sulla lama non vennero rilevate tracce di sangue.

Cattaneo ha escluso che le microfratture siano state provocate dalla caduta seguita a un mancamento e dall’impatto contro il bordo della vasca da bagno. Sabrina sarebbe stata colpita quand’era ancora in vita. Impossibile stabilirlo per Grecchi, perché «nella ricostruzione sono mancati tanti piccoli frammenti ossei e così si spiega quella sorta di vuoto». E perché si è potuto lavorare su ciò che rimaneva di una vita distrutta: 910 grammi.

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