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CREMONA

Protezione Civile, ecco gli ‘angeli’ delle opere d’arte

Il circolo Atlante fra i primi gruppi in Italia specializzati nella salvaguardia del patrimonio culturale. «Questi beni raccontano la nostra storia. In caso di calamità noi portiamo speranza nel futuro»

Massimo Schettino

Email:

mschettino@laprovinciacr.it

08 Marzo 2023 - 09:34

Protezione Civile, ecco gli ‘angeli’ delle opere d’arte

I volontari del circolo Atlante

CREMONA - «Le opere d’arte uniscono e danno speranza. In caso di calamità occorre assicurare luce, coperte, cibo e acqua, ma non solo. Mi illudo con il nostro lavoro di poter dare una briciola di speranza nel futuro e di sollievo». Spiega così, Fabio Rapuzzi, la scelta di aderire al circolo Atlante, uno dei pochi gruppi di Protezione civile in Italia specializzati nella tutela e salvaguardia del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese: «Fino a qualche anno fa eravamo in quattro in tutta Italia. I beni culturali — aggiunge Rapuzzi — sono le nostre radici: le opere d’arte sono cronaca dei loro tempi e raccontano la nostra storia. Non so se fra cento anni dischi rigidi e archivi elettronici faranno lo stesso».

Una foto di gruppo dei volontari 

Operativo a Cremona dal 2004, oggi il gruppo conta 15 volontari attivi guidati proprio da Rapuzzi: fra gli altri ci sono architetti, edili, restauratori, biologi, medici, archeologi, informatici. «Tutti — spiega Rapuzzi — hanno seguito corsi approfonditi in Regione o al Ministero specializzandosi nello schedare, manipolare, imballare e delocalizzare opere d’arte. Non solo, altre specializzazioni le abbiamo apprese da ditte specializzate, come la Frati&Livi di Castel Maggiore (Bologna) dove ci hanno insegnato tutti gli accorgimenti per manipolare antichi documenti». Una competenza che è risultata utile quando il gruppo, incaricato da un Comune cremasco di un compito ‘ordinario’ di Protezione civile, si è reso conto che sugli antichi documenti dell’archivio negli anni «si era formato uno strato spesso 20 centimetri di polvere, guano e carcasse di animali. Incaricati sul momento di risolvere il problema, abbiamo indossato le tute in tyvek, maschere e guanti e abbiamo rimosso, imballato imballato in apposite scatole e e sigillato i documenti».

Vengono in mente i ‘Monument Men’ Usa del film di George Clooney, ma soprattutto i cosiddetti ‘Angeli del fango’, quei giovani che arrivarono da tutta Italia a Firenze dopo l’alluvione del 1966 per aiutare la popolazione colpita e per recuperare, salvandole dal fango, le opere d’arte, i dipinti, le statue ed i libri che altrimenti sarebbero andati perduti. E fra questi ragazzi c’era anche il vice presidente del circolo Atlante, Ghislano Pini, oggi pensionato, che da Cremona accorse sulle rive dell’Arno a 17 anni.

Fra gli interventi più significativi del curriculum di Atlante c’è quello a Sabbioneta dopo il terremoto del 2012. Il gruppo insieme a vigili del fuoco, Soprintendenza e Nucleo tutela dei Carabinieri ha messo in salvo il patrimonio artistico della chiesa dedicata alla Beata Vergine del Carmine: «Eravamo arrivati per delocalizzare 12 opere e ne abbiamo messe in sicurezza 63, fra cui tutte le statue (lignee o in gesso), i quadri della via Crucis, e le pale in tela che abbellivano le cappelle interne della chiesa. Tutte le opere, una volta portate all’esterno, sono state fotografate, catalogate ed imballate, secondo la procedura standard fissata dal Ministero dei Beni culturali, prima di essere portate altrove».

La competenza unica del gruppo è stata utilizzata anche quando è stato necessario spostare le opere dalle varie collocazioni per dare vita al Museo Diocesano. E poi tante esercitazioni, campi, e lezioni nelle scuole del territorio. Il gruppo svolge anche compiti ‘ordinari’ di Protezione civile ed è stato impiegato durante la pandemia: «In tuta e con una tecnica No Touch portavamo le provviste e le medicine alle persone in quarantena e i buoni pasto a chi ne aveva bisogno. Ricordo una donna che ci ha ringraziato commossa: ‘I miei bambini questa sera mangeranno’».

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