L'ANALISI
07 Marzo 2023 - 19:55
Graziano Pirotta, Giuseppe Tadioli, Giuliana Tondina e Massimiliano Gioncada
CREMONA - È stata fatta per accorciare i tempi dei procedimenti, ma la riforma della giustizia nei Tribunali per i minorenni allungherà i tempi. Il 28 febbraio scorso, con l’entrata in vigore della parte processuale della riforma Cartabia, inizialmente prevista per il 30 giugno 2023, i giudici onorari non possono più seguire gran parte del lavoro relativo alle udienze, ma solo dedicarsi all’ascolto dei minori. Migliaia di procedimenti si aggiungono così al lavoro dei pochi giudici togati. La riforma Cartabia, collegata al conseguimento dei fondi europei, ha però fatto i conti senza l’oste.
«A Brescia ci sono 8 magistrati di carriera e 28 onorari. Come si fa a tenere le udienze se i giudici sono 8 e non 36? Come far funzionare la macchina, il cui ultimo fine è la tutela del bambino? Il dibattito è molto intenso e siamo ancora tutti un po’ in alto mare. È un momento di grandissima difficoltà, Auspico che al massimo entro metà aprile ci siano linee guida». Lo afferma Giuliana Tondina, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Brescia, relatrice al seminario sul novellato articolo 403 del codice civile che disciplina l’intervento della pubblica autorità a favore dei minori.
«Uno dei temi di maggiore rilevanza per le politiche di welfare a livello territoriale», dice Giuseppe Tadioli, presidente di Azienda Sociale Cremonese con al suo fianco il direttore, Graziano Pirotta, che ha organizzato il seminario, ieri pomeriggio nel salone Bonomelli, moderato dall’avvocato Massimilano Gioncada , consulente legale dell’Azienda Sociale Cremonese, il quale, nell’introdurre il procuratore Tondina, di lei dice: «Rappresenta il perfetto paradigma del magistrato: grande competenza, grande misura, grande serenità».
Nella sua relazione, prima di esaminare le criticità del novellato articolo 403, il capo della Procura per i minorenni parte dai nodi della riforma Cartabia, la cui terza fase ordinamentale entrerà in vigore nell’ottobre 2024. «Tra pochissimo, perché in queste materie, un anno è niente». La terza fase «prevede la sparizione del Tribunale per i minorenni, la sparizione delle sezioni del Tribunale ordinario che si occupano di famiglia e persone, il conglobamento di tutta questa enorme materia sotto un unico Tribunale che si chiamerà Tribunale per le persone, per i minori, per le famiglie». Sarà così.
«Ci sarà una sezione distrettuale che ha sede nei capoluoghi di distretto, per noi Brescia, che continuerà ad occuparsi del penale minorile, delle adozioni e di qualche altra cosa, mentre tutta la materia di protezione dal pregiudizio, quella che noi in gergo chiamiamo volontaria giurisdizione, passerà alle sezioni circondariali. Le sezioni circondariali saranno costituite in ciascun circondario — Cremona, Mantova, Brescia e Bergamo - dove non si sa, probabilmente dove stanno adesso le sezioni Famiglia, perché non c’è alcun piano di edilizia. In queste sezioni giudicheranno dei magistrati monocratici, tutti i procedimenti saranno gestiti da un unico magistrato. I magistrati monocratici dovranno occuparsi di separazioni, divorzi, protezione dei minori, decadenza dalla responsabilità genitoriale, affidamenti, giudice tutelare comprese le amministrazioni di sostegno. Aggiungiamo un carico da 8?», rilancia il procuratore Tondina.
Eccolo, il carico da 8: «Mentre per la sezione distrettuale e per la Procura minorile chi c’è rimane nella sede distrettuale, nelle sezioni circondariali non verranno messi in automatico i magistrati che già fanno parte delle sezioni di famiglia, ma ci andranno quelli che ci vorranno andare. Così pure il personale amministrativo. Secondo voi ci sarà la corsa ad andare in questi posti?». Non ci sarà. «Lo scenario è molto più che grigio, ma è già grigio dall’1 marzo».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris