L'ANALISI
07 Marzo 2023 - 14:24
CREMONA - Nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 2015, una banda mette a segno un maxi colpo alla Vergani: 400 mila euro di materie prime per produrre torrone. I filmati registrati dalle telecamere raccontano di sette, otto ladri incappucciati che caricano il bottino su due camion. La polizia annota le targhe. I mezzi sono intestati a Luigi Gentile, foggiano di Cerignola che di mezzi pesanti ne ha intestati ben 28. Dopo il furto, quei due camion viaggiano tutta la notte verso la Puglia. Escono dal casello autostradale di Poggio Imperiale, uno alle 11,49, l’altro alle 12,03, quest’ultimo senza pagare.
La polizia acquisisce il biglietto consegnato al casellante dall’autista. "Troviamo l’impronta". La si fa analizzare. "E’ quella di Salvatore Esposito, uno della banda".
Luca Mori è il sostituto commissario della Squadra Mobile che con i colleghi ha condotto le poderose indagini culminate nel 2018, nell’arresto della banda di Cerignola (nove in tutto), gente che per l’accusa ha fatto avanti e indietro dalla Puglia con camion zeppi di refurtive saccheggiate in aziende del nord Italia: dai caseifici ai salumifici.
Teste del pm, Andrea Figoni, oggi Mori ha spiegato l’attività di indagine al processo che vede sotto accusa tre della banda di Cerignola: Mario Sciarappa, Salvatore Olivieri e Savino Loberto.
Mario Sciarappa, classe 1963, natali a Orsara di Puglia (Foggia) aveva casa a Cremona in via Landriani, civico 2. "Era il vertice cremonese del sodalizio criminale: teneva i contatti con i complici nel Meridione, sceglieva gli obiettivi, pianificava e programmava tutte le attività. Chi materialmente faceva le irruzioni erano Gaetano Sciarappa, figlio di Mario, il genero Pasquale Rinaldi, il palo era l’albanese Ernold Frakulli, Gentile Luigi dava gli automezzi". Agli atti dell’inchiesta ci sono centinaia di telefonate intercettate da Mori.
Il modus operandi della gang di Cerignola era rodato. Per tenersi in contatto durante gli assalti, i ladri usavano utenze cellulari intestate a gente straniera, per lo più romeni del tutto ignari: "utenze sporche" . Terminato "il lavoro", o "chiusa la stagione" come dice uno in una telefonata, si disfavano sia delle schede sim sia dei telefonini per rendere più difficoltoso l’eventuale lavoro delle forze dell’ordine.
Dopo il maxi colpo alla Vergani, la banda ci prova al caseificio Plac, in via Bastida, nella notte tra il 27 e il 28 luglio. Ma scatta l’allarme che mette in fuga i ladri incappucciati. Arrivano la vigilanza e i carabinieri.
L’1 agosto, Mori è incollato al telefono. "Si capisce che stanno effettuando la scorta a qualcuno". Tra il 31 luglio e il 1 agosto, al caseificio Fratelli Manfredini di Luzzara (Reggio Emilia) sono sparite 366 forme di grana per 112 mila euro. Nel fine settimana, i mezzi pesanti non possono possono circolare in autostrada. Sosta in un hotel a Rimini, l’Amoha, albergo a 2 stelle fino al lunedì, quando riprendono il viaggio per Cerignola
Nella notte tra il 4 e il 5 agosto, c’è il tentato furto al salumificio Venegoni, a Boffalora Ticino (Milano). I colleghi di Mori da Cremona seguono un’alfa Romeo 147. Notano anche una Opel . Sopra c’è Salvatore Olivieri con altri due. Le due auto imboccano l’autostrada, escono a Melegnano, raggiungono il salumificio, sono le due di notte, Il colpo salta. Al telefono, Sciarappa informa l’albanese: "Ci stiamo ritirando che qua niente". Con l’albanese ci aveva già parlato Olivieri: "Noi ce ne stiamo tornando che là non era buono".
Già da un anno, sulla banda ci stava lavorando la squadra Mobile di Modena. Il 24 settembre, i poliziotti emiliani e i colleghi di Cremona perquisiscono la casa di Ernold l’albanese: trovano dieci telefonini. Non se n’era disfatto, il palo. E gli investigatori da quei telefonini ricavano "una quantità massiccia di dati" che li portano ad attribuire alla banda di Cerignola altri colpi, consumati o falliti.
Come quello al caseificio Tirelli di Guastalla (Reggio Emilia) , tra l’8 e il 9 maggio: 324 forme di grana per 110mila euro. O quello al salumificio Becker di Ponzano Veneto (Treviso) tra l’8 e il 9 luglio: spariscono insaccati per 250-300mil euro. Ma anche i due tentati furti alla Latteria agricola del Po, a Borgoforte di Borgo Virgilio (Mantova), tra il 10 e il 12 giugno, il furto e i tentati furti alla CuneoGriss di Caraglio (Cuneo) dove per la prima volta sp7unta Savino. Ed ancora, il maxi colpo alla Nutritech di Villimpenta (Mantova). Bottino: 725 mila euro in contanti e prodotti farmaceutici per 13mila euro. Il furto fallito nella notte tra il 14 e il 15 settembre al magazzino della Partesa, a Bedizzole (Brescia). E quello andato a segno alla Frigoriferi Italiani di Castelvetro Piacentino tra il il 21 e il 22 luglio: spariscono surgelati per 120mila euro
Il processo è stato aggiornato al 6 giugno prossimo.
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