L'ANALISI
04 Marzo 2023 - 20:38
CREMONA - Dopo la chiusura del Paradise Cafè, provvedimento eseguito già 24 ore dopo la rissa su disposizione del questore, Michele Sinigaglia, erano stati nello specifico gli specialisti della Squadra Mobile, con un’indagine di un paio di settimane imbastita su raccolta di testimonianze e visione dei filmati, a chiudere il cerchio sulla resa dei conti di piazza Risorgimento.
Bilancio dell’inchiesta: 12 denunciati, 9 tunisini (i più giovani di 19 anni, il più vecchio di 36, con precedenti per lesioni, contro il patrimonio e uno di loro per rissa), e tre ivoriani (due di 38 anni, uno di 60). Le accuse: rissa aggravata, lesioni, danneggiamento aggravato (per la vetrina dell’Audiologica Cremonese sfondata) e getto di cose pericolose.
Ora si apprende anche che nei confronti di tutti e 12 gli inquisiti, da parte della Divisione Anticrimine è stato adottato il provvedimento amministrativo di ‘Daspo Urbano’: di recente introduzione, viene definito dalla legge stessa come ‘misura a tutela del decoro di particolari luoghi’, nel caso specifico di piazza Risorgimento. In sostanza, stabilisce il divieto di accesso ad alcune aree della città a chi «ponga in essere condotte che ne limitino la libera accessibilità e fruizione». Obiettivo dichiarato: difendere la sicurezza urbana, intesa come vivibilità e decoro.
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