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TERZO SETTORE

Il No Profit allo specchio: la forza della solidarietà

Nel report voluto da Forum e Csv la fotografia di una realtà dalle dimensioni imponenti. In provincia di Cremona una Onlus ogni mille abitanti. Ma tanti piccoli centri sono scoperti

Giacomo Guglielmone

Email:

gguglielmone@laprovinciacr.it

28 Febbraio 2023 - 05:00

Onlus

CREMONA - La fotografia del terzo settore della provincia di Cremona, presentata ieri pomeriggio nella casa del Pellegrino, da coloro che hanno realizzato l’indagine, il Forum, rappresentato da Donata Bertoletti, il Centro servizi per il volontariato, con la referente Maria Luisa Lunghi. Tra i relatori anche Francesco Monterosso del Csv sud Lombardia. Per la Fondazione comunitaria della provincia il rapporto è stato firmato da Cesare Macconi.

Sono 304 le realtà che hanno risposto al questionario, tra luglio ed ottobre 2022. Si tratta di associazioni che, negli scorsi anni, hanno collaborato con il Csv. «Analizzando le informazioni relative alle sedi legali ed operative degli enti, si può avere una rappresentazione della presenza dell’associazionismo sul territorio ed evidenziare una concentrazione nei comuni di Cremona e Crema, dove ha sede quasi il 60% delle realtà analizzate», si legge nel documento. Ci sono diversi paesi, soprattutto quelli di piccoli dimensioni, dove non sono presenti realtà del volontariato, almeno per quanto riguarda le organizzazioni che hanno risposto al questionario.

I partecipanti alla presentazione ieri pomeriggio alla Casa del Pellegrino a Santa Maria a Crema

«Si registra una media di un ente no profit ogni 1.000 abitanti – prosegue il report – ma è una concentrazione estremamente disomogenea. Le associazioni si concentrano nei centri più grandi, mentre ci sono delle zone del territorio dove sono quasi completamente assenti. A Cremona c’è una realtà di volontariato ogni 800 abitanti, a Crema ogni 650». Il questionario ha permesso di indagare anche a chi si rivolgono le associazioni.

«Più del 30% delle realtà intervistate hanno sottolineato il carattere generale della propria azione, individuando come target l’intera cittadinanza. Nello specifico, all’interno di questo sottogruppo, si possono individuare gruppi che nella propria mission manifestano un’attenzione alla difesa dei diritti, a progetti di comunità e di coesione sociale o alle dinamiche legate allo sviluppo sostenibile del territorio. Allo stesso tempo circa il 50% delle realtà ha individuato un solo target specifico (minori, anziani, persone con disabilità, eccetera)».

 Luisella Lunghi e Donata Bertoletti ieri durante l’incontro

Inoltre, l’indagine ha chiesto ai volontari di chiarire quale sia il rapporto tra associazione, comune di appartenenza e altri uffici pubblici. «Ben il 76% del campione ha un rapporto di collaborazione con l’ente locale. Solo 68 associazioni hanno risposto di non averne. Di queste 46 sono organizzazioni di volontariato, 16 associazioni di promozione sociale, cinque si occupano di cultura e c’è poi una realtà sportiva». Rapporti non significano, però, convenzioni o altre intese nero su bianco.

«Quasi il 30% delle organizzazioni di volontariato, il 20% delle associazione di promozione sociale e il 50% delle associazioni culturali – prosegue il resoconto – non ha un raccordo strutturato con l’ente pubblico. Si può osservare infine che la distribuzione territoriale delle realtà che dichiarano di non avere rapporti è simile alla distribuzione degli enti per distretto: il 55% hanno sede nel cremonese, il 32% nel cremasco e il 13% nel casalasco».

Nel territorio Cremonese più della metà delle realtà che dichiarano di avere rapporto con l’ente pubblico (120) ha in comodato d’uso la sede o altri spazi. Lo stesso strumento risulta essere meno diffuso sul Casalasco e sul Cremasco. Il questionario ha affrontato anche tematiche di gestione interna dei gruppi di volontariato. Ad esempio i bilanci. «L’analisi delle risposte consente di approfondire il quadro delle competenze tecniche delle organizzazioni, che appaiono generalmente adeguate per quello che riguarda la possibilità di redigere il bilancio in autonomia e per l’uso degli strumenti digitali. Il 70% delle realtà dichiara di non avere difficoltà a redigere il bilancio annuale».

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