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COMMERCIO: L'ANALISI

Cremona, addio negozi in centro: in 10 anni perso il 20%

Il report di Confcommercio conferma il rischio ‘desertificazione’. E nei quartieri -10%

Mauro Cabrini

Email:

mcabrini@laprovinciacr.it

28 Febbraio 2023 - 05:20

Cremona, addio negozi in centro: in 10 anni perso il 20%

CREMONA - Con l’insediamento dei nuovi poli commerciali nelle aree ex Armaguerra ed ex Snum ormai alle porte, e con il dibattito sull’eterna sfida tra grande distribuzione e vicinato riaperto proprio dalla prospettiva dello sbarco di quelle due cittadelle della spesa, l’interrogativo che si ripone è quello di sempre: quale futuro per i piccoli negozi a Cremona?


La risposta, attesa e aggiornata a giugno 2022, la fornisce l’analisi dell’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane elaborata dall’Ufficio Studi di Confcommercio, dossier che valuta i numeri e stima le prospettive del settore nei capoluoghi negli ultimi dieci anni, con un focus particolare proprio sui centri storici.

E che quello locale sia in estrema sofferenza ora lo certificano, rafforzando la percezione plastica offerta da locali vuoti e vetrine spente, i numeri: nell’ultimo decennio, dal 2012 al 2022, nel quadrante di pregio che si allunga ai piedi del Torrazzo, e che una volta rappresentava il cuore dello shopping, è scomparso oltre il 20% cento delle attività del terziario. Nel dettaglio: nel 2012 c’erano 404 esercizi, nel 2022 (dati fissati a giugno) ne sono rimasti 314, per una forbice negativa pari esattamente al meno 22%.

Risulta invece essere del 3%, segno di un decremento che in fondo manifesta una sostanziale tenuta, la perdita di alberghi, bar e ristoranti: erano 218 nel 2012, sono 211 ora. Solo leggermente migliore lo scenario fuori dalle mura: lì, tra quartieri e periferie, le insegne commerciali erano 316 due lustri fa e sono diventate 280 (-11%); hotel e locali pubblici, invece, sono passati da 181 a 169 (-7%).


Incidono poco la sole due cifre positive: la prima è quella collegata alle rivendite specializzate in informatica, che dopo la flessione del 2019 tornano in attivo nel 2022 segnando un +2%; la seconda si riferisce al mercato, con i banchi degli ambulanti che mostrano un confortante + 53% nel centro storico e +11% fuori. Non basta a frenare l’emorragia. Che si specchia nella tendenza generale confermata anche dalle cifre di sistema: gli esercizi del terziario sono complessivamente passati dai 1.119 del 2012 ai 984 di giugno 2022.

Il presidente di Confcommercio provincia di Cremona Andrea Badioni


«E sono numeri ai quali non possiamo che guardare con molta preoccupazione — non nasconde timori che già valgono nel presente ma che ancora di più hanno senso osservando il possibile futuro, il presidente di Confcommercio provincia di Cremona Andrea Badioni –. E ci spaventano ancor più se li inseriamo nel contesto generale, che ha visto superare il picco della crisi dovuta alla pandemia e alla stagnazione dei consumi, ma che si confronta oggi con nuove emergenze derivanti dal caro energia, da una elevata inflazione e dal protrarsi della guerra in Ucraina. Non possiamo far altro che continuare a spenderci al massimo delle nostre possibilità per la nostra competenza e auspicare un maggiore sforzo da parte di tutti i soggetti interessati nella riqualificazione urbana, con un utilizzo più ampio e selettivo dei fondi europei del Pnrr, e il coinvolgimento di istituzioni e parti sociali di ogni livello».

Eugenio Marchesi, presidente delle Botteghe del Centro


Ha bisogno di rilancio, Cremona: «E l’indagine lo certifica, confermando quanto sosteniamo da sempre: serve un progetto strutturato — incalza mostrandosi per nulla sorpreso Eugenio Marchesi, presidente delle Botteghe del Centro –, seguendo la proposta sulla quale insistiamo da tempo. Negozi di vicinato, pubblici esercizi, attività turistiche e servizi sono un punto di riferimento per tutta la città perché svolgono un ruolo importantissimo non solo da un punto di vista economico, ma anche attraverso il loro patrimonio di relazioni umane. Senza contare che sono base essenziale anche per assicurare sicurezza e vivibilità». Tenerne conto, e muoversi di conseguenza, è un obbligo inderogabile e urgente. Vietato perdere tempo. Ammesso ce ne sia ancora.

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Commenti all'articolo

  • rugginesana

    28 Febbraio 2023 - 10:05

    Grazie Galimba , costruisci qualche altro centro commerciale !!!!! serviti dalle bellissime pisteassurdeciclabili ....

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