L'ANALISI
26 Febbraio 2023 - 05:25
CREMONA - A certificare la frenata dell’inflazione a Cremona, tornata sotto il 10% (al 9,3% per l’esattezza) dopo che per mesi era rimasta ben oltre quella soglia, era stato in settimana l’ufficio statistica del Comune, con un monitoraggio eseguito in contemporanea con l’Istat: la curva dei prezzi finalmente in discesa. Con un’eccezione, però: il costo di luce e gas.
Lo conferma ora, elaborando i dati Istat di gennaio, l’Unione Nazionale Consumatori: ha condotto uno studio stilando la classifica delle città con i maggiori rialzi annui per quanto riguarda proprio i costi di luce e gas e la città del Torrazzo risulta al 23º posto, come Brescia flagellata da un incremento medio del 74%. Per il resto, i cittadini più bastonati dalle bollette sono quelli di Alessandria, dove le spese hanno registrato un aumento dell’88,6% rispetto a gennaio 2022. A seguire, sul podio meno gradito, Vercelli con +87,1% e Biella con +86,1%. Appena fuori dal podio Perugia (+85,8%), Novara (+85,7%) e Terni (+84,5%), con Genova che chiude la top ten dei rincari specchiandosi in un comunque salatissimo +82,6%. Dall’altra parte della graduatoria, ecco i meno tartassati: chi abita a Potenza (‘solo +35,2%), ad Aosta (+50,8%) e ad Olbia-Tempio (+51%). Seguono Napoli (+51,4%), Gorizia (+51,7%) e Benevento (+53,1%), chiudono l’insieme delle dieci realtà meno esposte al caro-energia Pordenone e Udine, ex aequo con +54,7%.
A livello nazionale, il rialzo a gennaio è stato pari al 67,3% rispetto a un anno prima, con una stangata a famiglia pari in media a 907,50 euro su base annua. Con un ‘nota bene’: dopo un andamento similare o contrassegnato da incrementi del mercato tutelato maggiori rispetto al libero, nel 2022 (nello specifico da agosto per il gas e da maggio per la luce) la situazione si è capovolta e il prezzo del mercato libero è letteralmente esploso.
«E in questo contesto, togliere il mercato tutelato, che per l’energia elettrica delle parti comuni dei condomini scade il 1° aprile, praticamente tra un mese, è una vergogna. Un regalo fatto ai venditori del libero e un esproprio per le tasche delle famiglie. Ci domandiamo — Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, si rivolge direttamente al governo — cosa aspetti l’esecutivo Meloni a rimediare all’ingiustizia di discriminare chi abita in un condominio da chi risiede in una villa, per i quali la scadenza resta il 10 gennaio 2024».
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