L'ANALISI
25 Febbraio 2023 - 05:20
CREMONA - Una vita da precaria con un contratto a tempo determinato per vent’anni, mai conteggiati al fine dell’inquadramento dello stipendio e contributivo.
Il giudice del lavoro ha accolto il ricorso dell’avvocato Francesco Americo per la stabilizzazione di una insegnante della scuola dell’infanzia, condannando il Ministero dell’Istruzione. Ne dà notizia la Cgil. Dal 1996 l’insegnante era in servizio con contratti a tempo determinato. Solo vent’anni dopo, nel 2016, ha conseguito l’immissione a ruolo. Il giudice del lavoro ha riconosciuto «il legittimo diritto della docente all’integrale ricostruzione, includendo quindi i 20 anni di contratti precari».
Alla base della decisione del Tribunale di Cremona si pone la riconosciuta ed indubbia applicabilità ad un settore tanto delicato quanto caro alla collettività – quello scolastico, appunto – della Direttiva Comunitaria 1990/70 che prevede rigidi prescrizioni e stabilisce il principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato. In particolare, la Direttiva Ce «stabilisce i requisiti minimi in materia di lavoro a tempo determinato, al fine di garantire la parità di trattamento dei lavoratori e impedire abusi derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro di tipo analogo». E «invita i Paesi dell’Unione europea a prevedere delle sanzioni per le violazioni di tali requisiti».
Il Ministero è stato, quindi, condannato dal Tribunale di Cremona all’aggiornamento della fascia stipendiale della docente, ma anche al pagamento delle differenze retributive maturate dal 2018 al 2020 e alla regolarizzazione contributiva.
Soddisfazione per la decisione del giudice del lavoro è stata espressa dalla Flc Cgil. «È una sentenza importante, perché stabilisce equità di trattamento tra lavoratori precari e lavoratori a tempo indeterminato», ha commentato Alba Caridi, da poco eletta segretaria generale del Sindacato della Conoscenza della Cgil. «La Flc — ha aggiunto Caridi — è sempre pronta a far valere e riconoscere un diritto sia da un punto di vista sindacale che giuridico. La Flc Cgil è, infatti, in prima linea e mette le proprie competenze e professionalità a servizio di tutte le lavoratrici e i lavoratori della conoscenza che intendano ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto dell’integrale ricostruzione di carriera per ottenere il corretto inquadramento stipendiale».
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