L'ANALISI
24 Febbraio 2023 - 16:27
CREMONA - «Non è più tollerabile sentire parlare di aggressioni agli appartenenti alla Polizia Penitenziaria da parte dei ristretti», aveva denunciato due giorni fa Sergio Gervasi, segretario regionale della Lombardia Uilpa Polizia penitenziaria, dopo l’aggressione di due agenti presi a calci e pugni durante una perquisizione ordinaria, sequestrando un telefonino. Gli agenti sono finiti al Pronto soccorso con dieci giorni di prognosi ciascuno.
Ventiquattro ore dopo, oggi, sulla violenza esplosa a Cà del Ferro sono intervenuti i vertici del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), segretario Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia e Donato Capece, segretario generale. «Giornata di follia», «folle protesta» dei detenuti, scrivono i sindacalisti in una nota. Greco ripercorre i fatti. Giovedì mattina, «durante l’abituale perquisizione ordinaria, due agenti di Polizia Penitenziaria sono stati proditoriamente aggrediti da alcuni detenuti a calci e pugni e solamente dopo l’intervento immediato di altri colleghi si sono evitate ulteriori conseguenze. Ricondotta la situazione alla normalità sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza, i due agenti sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto soccorso del nosocomio cittadino e sono poi stati dimessi entrambi con dieci giorni di prognosi».
Ma in serata, «per solidarietà ai detenuti che avevano aggredito i due colleghi, altri ristretti non volevano rientrare nelle celle e solamente dopo l’intervento del direttore e di numerosi colleghi, richiamati in servizio, si è riusciti a stemperare la tensione e ripristinare l’ordine e la sicurezza nell’istituto». Nell’esprimere «solidarietà ai colleghi aggrediti», il Sappe «auspica in un celere intervento dell’Amministrazione sulle continue violenze al personale di Polizia Penitenziaria, soprattutto nel carcere di Cremona, in cui gli eventi critici sono all’ordine del giorno. Si tratta di inaccettabili eventi violenti, conseguenza della grave situazione penitenziaria già ampiamente annunciata dal Sappe, aggravata anche dalla mancanza di personale di Polizia nel carcere cremonese».
Per Capece, «i gravi episodi avvenuti nel carcere di Cremona, che non hanno avuto un tragico epilogo grazie all’attenzione ed alla prontezza del personale di Polizia penitenziaria, riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria». Capece invoca «interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario, intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze».
Il segretario generale del Sappe denuncia che «il personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dall’ex capo del Dap Renoldi». Ed ancora: «La situazione delle carceri lombarde e italiane, per adulti e minori, è sempre più allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti. Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici) ma la Polizia Penitenziaria continua a restarne sprovvisto».
Invita alla cautela Ornella Bellezza, Garante provinciale dei detenuti. «Verificare, contestualizzare e, soprattutto, utilizzare razionalità e ponderazione — il commento a caldo della Garante —. Io rispetto assolutamente i comunicati dei rappresentanti dei lavoratori, però non dobbiamo esacerbare gli animi e ancor di più enfatizzare una situazione che mi sembra già delicata». Prosegue il Garante Bellezza: « Io ho sempre invitato alla cautela, senza nessun cenno alla polemica, nel rispetto dei ruoli e nel rispetto delle rivendicazioni di qualsiasi rappresentante dei lavoratori. Mi sembra, però, una campagna un po’ troppo enfatizzata. Se guardo nel panorama quantomeno lombardo delle carceri, non è che non ci sono aggressioni o non ci sono eventi critici. Capisco che a Cremona si dia molto risalto alla questione, ma e lo ripeto, io andrei molto cauta».
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