L'ANALISI
22 Febbraio 2023 - 21:17
Gianluca Galimberti, Giorgio Gori e Santo Canale
CREMONA - «Non credo che ci sia bisogno di stravolgere la carta dei valori del Pd, se mai c’è bisogno di cambiare la classe dirigente. Faccio fatica ad immaginare che possa essere Elly Schlein a rilanciare il partito; Stefano Bonaccini mi pare decisamente più attrezzato, e ovviamente mi auguro che il prossimo segretario sia proprio lui».
Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, tra i primi firmatari del manifesto a sostegno del presidente della Regione Emilia Romagna alla guida del partito del dopo Letta non lo ha mai nascosto: è Bonaccini il segretario ideale e per Bonaccini si è speso e si sta spendendo in prima persona per dare un nuovo corso, «una sterzata» al Partito Democratico. Oggi Gori è stato ospite del Civico 81 di via Bonomelli all’incontro promosso dal coordinatore provinciale della mozione, Santo Canale, al tavolo anche il sindaco, Gianluca Galimberti.
«Sono felice di essere a Cremona e condividere questa iniziativa con il vostro sindaco. Abbiamo fatto percorsi paralleli molto simili in questi anni, in due città lombarde con due amministrazioni di centrosinistra facendo fatica a fare le cose ma poi riuscendoci. Alla pari di altri amministratori Dem, in questi anni siamo riusciti ad aggregare intorno a noi e alle nostre amministrazioni un consenso molto ampio, diversamente non saremmo stati rieletti tutti quanti. Anche quando il partito prendeva le botte e non navigava proprio così bene — ha esordito Gori — . Questa è la forza dei territori. È mancato poi il passo successivo a livello nazionale: siamo rimasti in panchina, anzi è affiorata la tendenza ad essere auto conservativi».
L’appello al quale si è unito anche Galimberti, è naturalmente di andare a votare domenica prossima. «La disaffezione al partito prima che al voto significa che verranno meno i suoi radicamenti e la sua capacità attrattiva. Ed è la ragione per cui diciamo che c’è bisogno di una svolta. E quelle persone che voteranno alla primarie, iscritte o meno, possono contribuire a determinare la leadership e l’indirizzo politico del Pd. Non mi sembra cosa da poco». Quindi perchè votare Bonaccini, ha incalzato Galimberti.
«C’è bisogno di nuova energia, di energia popolare appunto. Perché l’aspirazione è quella di tornare ad essere una grande forza popolare, questo vogliamo essere, non un partito di testimonianza perché non ci non ci basta. I valori sono il fondamento ma poi c’è una prassi e questa prassi in democrazia transita dal consenso dei cittadini. Se non hai quel consenso non sei nella condizione di cambiare la realtà. E io penso che la differenza principale che corre tra Schlein e Bonaccini sia questa: c’è una sinistra che si accontenta di elencare i suoi valori o di dire quali sono i problemi e non si pone il problema di come risolverli. E c’è una sinistra che invece trova le soluzioni utili a perseguire gli obiettivi. Mi piace l’idea di un Pd ambizioso, che si ponga come forza centrale. Il che non vuol dire darsi pretese di autosufficienza, ma neanche delegare la propria identità alle alleanze. Ecco perchè sto con Bonaccini».
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