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Caro vita: ora l'inflazione rallenta, resta il nodo energia

È quanto emerge dal report del Comune: la curva dei prezzi è in discesa

Mauro Cabrini

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mcabrini@laprovinciacr.it

23 Febbraio 2023 - 05:25

Caro vita: ora l'inflazione rallenta, resta il nodo energia

CREMONA - Il nodo è quello di sempre: a mantenere elevata l’inflazione continuano ad essere le spese energetiche, nello specifico quelle per l’abitazione (prezzi cresciuti del 35,8% su base annua, con l’energia elettrica al + 99,7% e il gas al + 53,6% rispetto allo scorso anno).


Ma mentre a svuotare i portafogli sono anche i costi dei trasporti (un significativo +7,7% su base annua) e dei prodotti alimentari (risulta ancora molto elevato il tasso tendenziale complessivo su base annua, +12,9%, con oli e grassi al 27,7%, pane e cereali al 17,5%, acqua e bevande al 16,5%), finalmente diminuisce anche a Cremona l’impatto dell’inflazione.

Nel dettaglio, secondo il monitoraggio elaborato dall’ufficio statistica del Comune in contemporanea con l’Istat, nonostante l’indice tendenziale (la variazione percentuale dei prezzi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) segni un +9,3%, la curva dei prezzi è in discesa rispetto agli ultimi tre mesi dell’anno, in cui era arrivata a superare il 10%. Con il ‘conto’ di gennaio che nella valutazione congiunturale (la variazione percentuale dei prezzi rispetto al mese precedente) certifica un ulteriore - 0,2% rispetto a dicembre.


Uno scenario in linea con quello nazionale, con l’Istat che stima un «netto rallentamento» dei prezzi al consumo dopo il picco di +11,8% raggiunto a ottobre e novembre. Su base mensile l’aumento si ferma allo 0,1% (+0,2% la stima preliminare). E rallenta anche la corsa del carrello della spesa: la dinamica dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, si attesta infatti a +12% contro il +12,6% del mese precedente.

Un dato che comunque resta alto e tiene imprese e consumatori in allarme. Il motivo: la discesa dell’inflazione risente dell’andamento delle componenti più volatili dell’indice e si deve principalmente all’inversione di tendenza dei beni energetici regolamentati (che a gennaio segnano -12,0% annuo da +70,2% di dicembre). Tradotto: le tensioni restano possibili. Come la risalita dopo una minima discesa.

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