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Tartaruga scomparsa, filmato il «rapitore»

Il rettile uscito in anticipo dal letargo: «Sporgeremo denuncia se non verrà restituito»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

20 Febbraio 2023 - 18:41

Tartaruga scomparsa, filmato il «rapitore»

CHIEVE - La tartaruga era uscita prima dal letargo, risvegliata dal sonno invernale a causa delle alte temperature della settimana scorsa. Si pensava al sicuro nel giardino della villa che si trova in paese. E la stessa cosa credevano i suoi proprietari, che hanno attrezzato un terrario apposito. Purtroppo, invece, non è andata così. Qualcuno, pensando di non essere visto, ha infilato una mano nella staccionata e l’ha rubata.

«Si tratta un esemplare maschio dotato di microchip – spiega la proprietaria –: ho delle telecamere che riprendono la mia proprietà e dalle immagini si vede anche bene la persona che ha compiuto il gesto». Per ora la signora non ha ancora sporto denuncia ai Carabinieri. «Ma è mia intenzione farlo se la tartaruga non verrà restituita – sottolinea –: ho deciso di raccontare cosa è accaduto tramite i social network, in questo modo chi ha agito avrà la possibilità di ripensarci. Io aspetto ancora un paio di giorni, poi mi muoverò di conseguenza. Certo, il furto è avvenuto sabato e il fatto che a oggi la tartaruga non sia ancora stata restituita non mi lascia certo ottimista».

La proprietaria fornirà ovviamente ai militari la registrazione della videosorveglianza. L’autore del furto potrebbe dunque essere riconosciuto. Il racconto via social della signora ha destato profonda indignazione. Molti i messaggi di solidarietà e di condanna dell’accaduto, altrettanti quelli speranzosi che la tartaruga venga riportata al suo posto. Il furto di animali è un reato, punibile anche con una sanzione pecuniaria superiore ai 300 euro. Da capire ci sarebbero poi le motivazioni di questo gesto. Potrebbe essere finalizzato a rivendere la tartaruga, in quel caso l’esemplare potrebbe anche essere già stato piazzato.

Ma alla base potrebbe esserci la volontà di portarlo a casa propria. Senza dimenticare l’ipotesi di un’iniziativa in chiave ambientalista, ovvero che l’animale sia stato prelevato per essere liberato in natura. Da considerare però che la cattiva abitudine di immettere esemplari di tartarughe non autoctone nelle campagne e in prossimità di zone umide sta creando seri problemi al resto della fauna locale e alla flora. Si alterano gli equilibri dell’ecosistema. Insomma, quello che di primo acchito può sembrare un gesto nobile, rischia invece di trasformarsi in un danno, mettendo a rischio la vita stessa dell’animale, che non è certo abituato a trovare cibo in maniera autonoma.

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