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TRA FEDE E TRADIZIONE

Scout in marcia fino a Caravaggio per onorare il voto di libertà

In 70 percorrono nella notte i 15 chilometri per mantenere fede alla promessa fatta dai loro nonni. Dal 1947 il cammino annuale per la rinascita del movimento, dopo i divieti imposti dal regime fascista

Stefano Corno

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20 Febbraio 2023 - 05:05

Scout in marcia fino a Caravaggio per onorare il voto di libertà

La partenza da Santa Maria

CREMA - Un pellegrinaggio da Crema a Caravaggio per condividere momenti di «riflessione e preghiera». Sabato sera, quando, dopo due anni di stop a causa della pandemia, è tornato il tradizionale pellegrinaggio organizzato dal Gruppo scout Agesci di Crema 3, giunto quest’anno alla 74esima edizione. La prima nel 1947, a vent’anni dalla soppressione dello scoutismo da parte del regime fascista, come voto per il ritorno all’associazionismo.

L'arrivo al santuario

Cinque ore di cammino, durante le quali soprattutto i pellegrini più giovani, tra racconti e aneddoti narrati da chi partecipa all’iniziativa da decenni, hanno avuto modo di scoprire le radici della ricorrenza. «È stata un’edizione molto importante, perché, dopo l’emergenza sanitaria, ci ha permesso di tornare a vivere un’esperienza che amiamo moltissimo» sintetizza Valeria Venturelli, una delle capogruppo.

«Il bello di questo pellegrinaggio risiede nella sua capacità di includere diverse generazioni, persone dai 20 ai 70 anni, tra loro molto differenti, ma che hanno molto di cui discutere. Uno dei momenti più significativi, infatti, è stato quando i ragazzi hanno condiviso una riflessione sulla somiglianza tra le loro promesse scout e quelle dei ragazzi di tanti anni fa: in questo modo hanno dimostrato che il tempo passa, ma i valori degli scout rimangono inalterati».

I pellegrini, partiti alle 20 dalla Basilica di Santa Maria della Croce a Crema, hanno raggiunto il santuario di Caravaggio all’una, dopo aver fatto tappa nelle parrocchie di Campagnola Cremasca e Capralba. «Da loro, abbiamo ricevuto una calorosa accoglienza», continua Venturelli. «Ci hanno offerto panini per rifocillarci, té e vin brulé per scaldarci. È bello vedere come questa iniziativa sia sentita anche da chi non vi prende parte in prima persona».

«Un altro momento emozionante è stato a Capralba», prosegue. «Noi tutti abbiamo firmato il diario che tiene traccia dei partecipanti. È stato d’effetto sfogliarlo e trovare firme conservate da decine di anni». E conclude: «La serata è terminata coi canti e il rosario. Porteremo nel cuore quegli attimi».

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