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IL CREMONESE DA APPLAUSI

Di Pizzighettone lo scienziato che «ingabbia» le radiazioni

L’ingegnere 37enne Davide Mezza lavora in Svizzera: ricerche e premi, «ma senza rinunciare alle mie scalate»

Serena Ferpozzi

Email:

serena.ferpozzi@gmail.com

17 Febbraio 2023 - 09:02

Di Pizzighettone lo scienziato che «ingabbia» le radiazioni

Davide Mezza durante una delle scalate, la sua grande passione

PIZZIGHETTONE - Un altro talento cremonese insignito di un prestigioso riconoscimento internazionale. Davide Mezza, 37 anni di Pizzighettone, è stato premiato nel campo della scienza dei rivelatori di radiazione a semiconduttore. Attualmente lavora al centro di ricerca Paul Sherrer Institut con sede a Villigen, in Svizzera. Ed è lui stesso a raccontare il percorso professionale seguito, ma anche le passioni. «Sono originario di Pizzighettone e ho frequentato le scuole superiori al liceo scientifico tecnologico Itis Torriani di Cremona. Dopo aver conseguito il diploma, mi sono trasferito a Milano, dove ho studiato alla facoltà di Ingegneria elettronica del Politecnico, conseguendo sia la laurea triennale sia quella magistrale. Alla conclusione di questo percorso di studi — spiega lo scienziato — ho proseguito con tre anni di dottorato di ricerca in Ingegneria dell’informazione sempre al Politecnico milanese».

La carriera l’ha comunque portato rapidamente al di fuori dei confini nazionali, in Svizzera al Paul Scherrer Institute per un post dottorato di tre anni. «Sono entrato a far parte di un team molto stimolante. Io mi occupo dello sviluppo di rilevatori di radiazioni, in particolare a raggi X per acceleratori di particelle e free electron laser. Nel 2017 ho ottenuto una posizione permanente e sono entrato a far parte dello staff del gruppo, lavorando sempre nell’ambito dei rilevatori a raggi X».
Ed ora l’importante riconoscimento, ovvero IEEE Early Career Award 2022, un premio internazionale che viene consegnato una volta l’anno ad una sola persona entro il decimo anno dal ricevimento del dottorato. Gli è stato consegnato per il contributo significativo all’innovazione e allo sviluppo dei rivelatori Xfel e in particolare per la loro verifica, caratterizzazione e calibrazione. «Sicuramente per me è motivo di orgoglio», commenta.

Chiara Guazzoni, Davide Mezza, Lorenzo Fabris e Shaorui Li durante la premiazione 


Ancora una volta un ricercatore che lascia l’Italia e si trasferisce all’estero. «Mi piacerebbe tornare, ma lo farei solo avendo la possibilità di proseguire nella ricerca, anche in ambito universitario». Oltre a far parte di questo gruppo di lavoro, Mezza è titolare di due corsi presso L’Eth di Zurigo (il Politecnico federale) e vive a 20 chilometri più a nord.
«Sicuramente l’esperienza all’estero — aggiunge — per me è stata molto stimolante e mi ha consentito di confrontarmi con un team internazionale, che può contare su strumenti e fondi per la ricerca davvero interessanti». Al di fuori del laboratorio e dell’insegnamento, Mezza ha anche due grandi passioni: i viaggi e le scalate. «Faccio viaggi, trekking, di 20 o 30 giorni in luoghi in cui il telefono non prende. Sono andato in Nepal e in Antartide. Amo anche praticare l’arrampicata su roccia».

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