L'ANALISI
13 Febbraio 2023 - 10:52
CREMONA - Si chiama Meraki ed è la nuova cooperativa socio assistenziale e sanitaria nata dalla fusione di tre realtà attive sul territorio provinciale da molti anni: Il Cerchio, Santa Federici e Ventaglio Blu. Le tre realtà hanno quindi contribuito, grazie all’esperienza maturata in settori diversi, alla creazione di Meraki, che non vuole essere la semplice somma delle precedenti, ma il risultato di intenzioni condivise verso il rinnovamento e lo sviluppo. «Meraki, termine greco che significa ‘fare con passione, creatività e amore’ — spiega il presidente Alessandro Portesani —, racchiude già nel nome il valore fondante, la visione della cooperativa, che con questo approccio vuole presentarsi al territorio con servizi e proposte innovative».
Perché la fusione?
«Meraki comprende la progettazione e la gestione di attività di Welfare a 360 gradi, in ambito sociale, assistenziale, di inserimento lavorativo di persone svantaggiate e sanitario. I bisogni multidimensionali e complessi che i cittadini esprimono sono cresciute e richiedono proposte specialistiche integrate e complete. La fusione è stata necessaria proprio per essere in grado di raggiungere questo obiettivo sull’intero territorio provinciale. La seconda motivazione va ricercata nella necessità di un maggiore dimensionamento aziendale, per poter fronteggiare le sfide che l’attuale congiuntura economica e il mercato stanno proponendo e proporranno. Insieme siamo più forti e potremo affrontare più stabilmente le difficoltà che incontreremo e ambire a nuovi progetti. Meraki è diventata la prima cooperativa sociale della provincia, per ampiezza della filiera, per radicamento territoriale, per numero di addetti, per valori di produzione. Va sottolineato, però, che la visione strategica appena proposta è stata possibile solo grazie ad un percorso di conoscenza, di collaborazione operativa, di condivisione profonda del modo di fare Welfare sul territorio».
I servizi sono quindi potenziati?
«La ricchezza di esperienze e di professionalità che questa unione rappresenta, sta già dando risultati nell’ambito dell’innovazione e della progettazione di nuovi servizi ai cittadini, che presto potremo presentare al territorio. Moltissimi partner pubblici e privati del territorio hanno richiesto in questi mesi un potenziamento della collaborazione con Meraki, proprio per effetto del maggior potenziale produttivo espresso a seguito della fusione. Il principale fattore di successo di Meraki è la messa a frutto, sempre nell’ottica dell’integrazione, della collaborazione con le altre realtà del gruppo: Il Cerchio Med, Santa Federici Med, Il Cerchio Sport, Anffas Cremona, Amici di Santa Federici. A esempio all’inizio di quest’anno abbiamo annunciato l’avvio di una partnership con i medici di Co.Me.Te. di Casalmaggiore, che ha portato alla cessione dell’attività di medicina specialistica a Santa Federici Med, società del gruppo Meraki e già gestore del poliambulatorio Cavour di Casalmaggiore. Si tratta di un’operazione importante, che prevede progetti ambiziosi».
Che tipo di ripercussioni ci sono state sui dipendenti?
«La fusione delle tre cooperative non ha previsto tagli del personale. In pratica non c’è stato alcun esubero. Anzi: Meraki ha sempre le selezioni aperte per l’assunzione di nuovi addetti. Come in ogni operazione societaria che si attua c’è naturalmente anche l’ambizione di generare valore. Così anche nella fusione che ha fatto nascere Meraki abbiamo avviato un radicale e impegnativo processo di ristrutturazione organizzativa interna. Per noi è importante che nella definizione dei nuovi assetti funzionali e organizzativi ogni nostra risorsa umana trovi lo spazio giusto per sé e, contemporaneamente, per mettere a frutto competenze, esperienze, talenti».
Ci sono già nuovi progetti in cantiere?
«Ne abbiamo tanti, ma preferiamo sposare il detto ‘non dire gatto se non ce l’hai nel sacco’. Per ora posso solo anticipare che nel prossimo futuro concentreremo il nostro sviluppo in alcuni settori che per noi sono strategici, come quello sanitario, quello educativo della tutela dei minori e quello di inserimento lavorativo di persone con disabilità e fragilità».
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