L'ANALISI
08 Febbraio 2023 - 18:50
CREMONA - «Alza le braccia. Ripeti ‘Io sono una str…, sono una t… che ha rubato e sono fortunata di aver trovato un coglione come te che è molto buono e me l’ha fatta spurgare in questa maniera qua, invece di denunciarmi, perciò sono contenta di …’. Bando alle ciance, perché mi sono rotto i … Dai che oggi ho mal di testa. Io fermo i delinquenti tutto il giorno». E quel giorno, il 21 settembre scorso, mercoledì, in galera ci è finito lui, Pietro «il greco», 53 anni, una compagna da 20, da due anni e mezzo addetto alla sicurezza all’Ipercoop del CremonaPo. In carcere è rimasto tre mesi (ora è ai domiciliari), accusato di aver tenuto sotto ricatto per soldi e sesso - una giovane donna fragile. Due settimane prima, lui l’ aveva sorpresa a rubare una piastra per i capelli (49,90 euro il prezzo) nonostante i soldi lei li avesse nel portafoglio. Commise una stupidata, la giovane.. Pagò immediatamente la piastra.
Da ladruncola che saldò il debito a vittima di violenza sessuale ed estorsione, tenuta psicologicamente in pugno per due settimana dall’addetto alla sicurezza, una vita con la divisa, la fedina penale pulita, la società per cui lavorava che lo aveva mandato in giro: Genova, Milano. L’ex addetto alla sicurezza è cascato nella trappola tesa dai carabinieri proprio quel 21 settembre, quando la giovane gli diede un appuntamento, in auto registrò, di nascosto, la conversazione e alla richiesta sessuale (la seconda in quei 14 giorni) aprì la portiera e scappò. «Dove vai , dove vai». La sgommata della «gazzella» dei carabinieri, le manette.
Oggi si è tenuta l’udienza preliminare. L’ex addetto alla sicurezza del centro commerciale è accusato di estorsione, violenza sessuale e di violenza privata. L’avvocato Michela Soldi assiste la vittima e si è costituita parte civile. I difensori dell’imputato, gli avvocati bresciani Walter Ventura e Luigistelio Becheri, hanno avanzato al gup la proposta di un rito alternativo. L’udienza è stata aggiornata al 3 maggio prossimo.
L’indagine. A fine agosto, dopo aver pagato la piastra, la vittima rincasò. Più tardi ricevette una telefonata. Era l’addetto alla sicurezza. I dati della giovane li aveva ricavati dal modulo compilato dopo averla sorpresa con la piastra per i capelli non pagata. Fu l’inizio dell’incubo. Per non passare guai ed essere denunciata, l’uomo la ricattò. Con «tono intimidatorio», è scritto nel capo di imputazione, pretese «soldi e sesso per non far partire la denuncia». La chiamò ancora, accampando la scusa che «le cose erano peggiorate». Il 14 settembre le diede appuntamento in una zona industriale vicino al CremonaPo. Le mise paura, la minacciò di poterla fare arrestare, la costrinse a dargli 150 euro. E a compiere atti sessuali in auto. La vergogna di rivelare ai suoi genitori il «peccato» di aver rubato (e subito ripagato) la piastra per i capelli, spinse la vittima nelle mani di quel tipo prepotente. Ma dopo quel primo appuntamento, la giovane raccontò tutto alla madre e al padre, quindi denunciò l’addetto alla sicurezza ai carabinieri. Al Comando si organizzò la trappola.
Mercoledì 21 settembre scorso, la vittima diede appuntamento all’addetto alla sicurezza in via Cà del Binda. Lui salì sull’auto di lei, che sotto il sedile aveva nascosto il telefonino per registrare l’incontro. L’audio è agli atti. E’ inquietante ed eloquente. Spavaldo lui, terrorizzata lei che alle sue richieste risponde con un filo di voce. Lui che si dipinge come un buono, un caritatevole con i ladri che rubano per fame — «Gli do io 5 euro» -, ma che fa la morale ai giovani ladri come lei che, pur avendo i soldi, rubano magari «per noia». Lui che sull’auto la intimorisce: «Stai zitta, stai zitta, sennò veramente finisce male». E la costringe a dargli altri 50 euro. Lui che sull’auto la perquisisce, le ordina di ripetere oscenità e lei, paralizzata dalla paura, le ripete a bassa voce. «Bando alle ciance, perché mi sono rotto i... Devi essere convincente... Sono stufo, chiudiamola». Alla pretesa sessuale, quel giorno lei spalancò la portiera. I carabinieri erano pronti ad intervenire.
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