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CREMA: GRIDO D'ALLARME DEGLI ARTIGIANI

«Tassa applicata male. Con il caro insegne si spengono le attività»

Bressanelli della Libera contesta la «lettura» dell’Ica: non discuto l’imposta ma il fatto che è applicata non alle scritte ma sull’intera superficie dei supporti

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

03 Febbraio 2023 - 08:52

«Tassa applicata male. Con il caro insegne si spengono le attività»

CREMA - «Una tassa comunale applicata male, che finisce con il rappresentare l’ennesimo ostacolo per i giovani che vogliono aprire un’attività artigianale o commerciale che sia. Chiediamo si riveda il sistema, considerando la possibilità di detassare le insegne di auto promozione per le nuove imprese e di far pagare le altre solo per l’effettiva occupazione della superficie». La presa di posizione, che chiama in causa il servizio di riscossione comunale, appaltato all’agenzia Ica, porta la firma di Marco Bressanelli, presidente della Libera artigiani. «Ci abbiamo messo la testa nei giorni scorsi – sottolinea –: i funzionari Ica sono stati in Libera artigiani per i calcoli relativi alla tassa sulle insegne, in particolare per il totem che, come associazione, abbiamo esposto nell’aiuola del parcheggio all’ingresso. Nessuno contesta l’imposta, ma ci siamo resi conto che non riguarda solo la superficie effettivamente occupata dalla scritta di auto promozione, ma è calcolata sull’intera metratura del totem, supporti compresi. Ciò vale ovviamente per tutte le attività cittadine».

Marco Bressanelli, presidente della Libera artigiani. Sotto Silvano Molteni, consigliere della Libera e imprenditore nel settore auto motive

La Libera chiede dunque che si modifichi il regolamento comunale in merito. «Non ha alcun senso che un artigiano, ad esempio

Il regolamento comunale è da modificare: un calzolaio con il nome in vetrina non deve versare il corrispettivo per l’intera area della vetrata

un calzolaio, che ha il proprio nome sulla vetrina del negozio, debba versare un corrispettivo per l’intera superficie vetrata – prosegue Bressanelli –: si parla tanto di aiuti alle imprese, di sostegno ai giovani che vogliono intraprendere un’attività. Si parta da queste cose, che per una piccola realtà possono rappresentare spese importanti. Centinaia se non migliaia di euro ogni anno, che vanno a pesare sui bilanci. È evidente che per una grande azienda queste cifre siano poco più di briciole, ma non è certo così per un giovane artigiano che sta faticosamente cercando di costruirsi un futuro. Peraltro, parliamoci chiaro: stiamo parlando di insegne su proprietà private, non di cartelloni pubblicitari su strade, palazzi pubblici, manifesti affissi sulle bacheche e simili. Almeno questa forma di auto promozione dovrebbe essere detassata». Silvano Molteni, consigliere della Libera e imprenditore nel settore auto motive, per il quale cura insegne e allestimenti, aggiunge. «C’è anche un altro problema: ogni Comune ha il proprio regolamento e dunque ci possono essere differenze anche sostanziali. La mancanza di uniformità non aiuta, in primis noi che lavoriamo in questo comparto, e complica le cose dal punto di vista burocratico. Un imprenditore che apre un negozio e vuole esporre la sua insegna ha costi eccessivi annuali. Una volta che la stessa viene autorizzata, pagando il dovuto, non dovrebbe essere sottoposta a imposta ogni anno. Non dimentichiamoci che le spese per tenerla in ordine, per eventuali manutenzioni, specialmente se si tratta di insegne luminose, sono tutte a carico del privato, essendo l’auto promozione interna alla sua proprietà. Far pagare una tassa ogni anno mi sembra assurdo. Inoltre, chiediamo che si paghi quanto effettivamente viene occupato dalla scritta, non per l’intera lunghezza del pannello su cui viene stampata».

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