L'ANALISI
02 Febbraio 2023 - 05:10
CREMA - Un lago per Crema. L’ipotesi è stata avanzata di recente da Ettore Aschedamini, il 61enne di Pianengo che nel 2022 ha presentato una serie di esposti alla procura della Repubblica di Cremona e ad altre autorità sulla situazione ambientale dell’area della ex Cava Alberti. Ma l’idea del lago non è una novità. Già nel 1985 era nata la proposta di unire i due laghi della Cava Alberti con quello di Cava Isolotto, sulla sponda opposta del Serio. E soprattutto di formare un unico grande bacino idrico collegato al fiume. L’intuizione era stata dell’allora assessore Ezio Ferri, che l’aveva fatta sviluppare agli ingegneri Paolo Cugini e Paolo Sambusiti.
«In quel periodo – spiega quest’ultimo – si parlava di eliminare le cave, e l’assessore, considerato che stavamo lavorando su alcuni edifici pubblici, ci chiese di elaborare un piano per una zona sportivo-ricreativa, risolvendo al contempo urgenti problemi idraulici e di risanamento del territorio». L’impianto, sviluppato su un’area di circa 60 ettari, avrebbe creato un grande lago, con il Serio come immissario ed emissario. L’ampio bacino avrebbe ospitato sport acquatici, come vela e canoa, ma anche gare di canottaggio, pesca, balneazione e persino un campeggio, con la creazione di una zona alberata. Lo specchio d’acqua avrebbe avuto una lunghezza di circa un chilometro e una larghezza di 300 metri. Nella parte alta era previsto un isolotto collegato alla terraferma da un ponte che, oltre ad avere funzione idraulica di rallentamento e deviazione della corrente, avrebbe costituito un porticciolo e una darsena per le imbarcazioni.
«Un sistema di chiuse idrauliche al termine del lago – prosegue Sambusiti – avrebbe regolato il deflusso delle acque, secondo le necessità. A monte del lago, invece, un depuratore avrebbe reso le acque balneabili e idonee alla tutela del patrimonio ittico». L’accesso al bacino era previsto dalla località Saletti di S. Maria. «Ferri ne aveva già parlato con la commissione consiliare e anche con l’allora assessore regionale Picciotto Crisafulli. Io e Cugini avevamo fatto lo studio planimetrico, una prima idea sulla quale potersi confrontare. Non c’era ancora un’ipotesi di costi».
Il progetto avrebbe unito l’aspetto ricreativo alla tutela dell’ambiente: «In quegli anni – spiega l’ingegnere – il Serio continuava a esondare. Il bacino sarebbe servito a frenare le piene. L’idea raccolse molti consensi, ma non fu portata avanti perché poi Ferri aveva finito il suo mandato di assessore e la situazione era cambiata». Per Sambusiti, comunque, l’ipotesi è attuale: «Il lago potrebbe dare anche altri vantaggi: sfruttare l’energia idroelettrica e dare una risposta alla grave carenza idrica».
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