L'ANALISI
01 Febbraio 2023 - 18:41
A sinistra Romanelli con il nuovo Consiglio dell'Ordine degli avvocati
CREMONA - Dal 2018 al 2022, per due mandati consecutivi, è stato presidente della Camera Penale di Cremona e Crema ‘Sandro Bocchi’. Da oggi Alessio Romanelli è il nuovo presidente dell’Ordine degli avvocati che conta circa 540 iscritti. Romanelli, 51 anni, prende il timone da Marzia Soldani, la presidente uscente omaggiata di un mazzo di fiori, nella sede dell’Ordine. Qui, nel pomeriggio, si è insediato il nuovo Consiglio eletto dalle votazioni per il rinnovo che si sono svolte giovedì e venerdì scorsi. Il Consiglio (11 avvocati ) è così composto: presidente Romanelli, Cinzia Grandi segretario, Vittorio Patrini tesoriere, Maria Laura Brunelleschi, Silvia Pincella, Alessandra Rossi, Roberto Dall’Olmo, Stefano Ferrari, Roberto Guareschi, Matteo Guerini Rocco e Marco Tinelli.
«L’obiettivo del Consiglio dell’Ordine — spiega il neo presidente Romanelli — è sempre quello di far sì che il Foro cremonese sia al centro del Tribunale. E per fare questo, gli unici strumenti che l’Ordine ha, sono quelli di ascoltare gli iscritti, di confrontarsi con gli iscritti, di fare sintesi, di essere rappresentativi di tutti per potersi confrontare con noi stessi e con gli altri interlocutori del sistema giustizia: Tribunale, Uffici giudiziari, Procura della Repubblica e svolgere sempre la funzione sociale che caratterizza l’avvocato. Ci confronteremo, come Ordine, anche con tutte le componenti della città. E, naturalmente, con gli altri organismi: Camera Penale, Camera Civile. Sono i mezzi che qualificano i fini. Quello che caratterizzerà i nostri compiti saranno proprio le modalità con cui lo faremo, ascoltando, confrontandoci, facendo sintesi».
Il 30 dicembre è entrata in vigore la parte penale della nuova riforma Cartabia, a breve entrerà in vigore la riforma della procedura civile. «Quante riforme abbiamo visto? — rilancia il presidente Romanelli —. È una riforma continua», ma «al di là delle luci e delle ombre che ci possono essere, degli aspetti di criticità, io penso che anche questa riforma possa avere successo e, quindi, portare a decisioni giuste in tempi ragionevoli, solo se ci saranno le risorse. Senza le risorse, rischia di cadere. Per gli avvocati, una riforma in più non è un problema. Se c’è una professione in cui lo studio è e deve essere continuo, è quella dell’avvocato. L’avvocato studia dal primo all’ultimo giorno della professione. Abbiamo studiato e continueremo a studiare la Cartabia, perché poi un conto è la norma, un conto è l’interpretazione. Faremo la nostra parte con ottimismo, per quanto ci possa essere, però sapendo che la norma, senza gli strumenti per attuarla, rischia di rimanere vuota. L’avvocato deve sempre guardare al futuro ed è quello che cercheremo di fare». E in questo ‘guardare al futuro’, «faremo tesoro delle esperienze dei colleghi che ci hanno insegnato e dei colleghi che non ci sono più» Fa due nomi: l’avvocato Angelo Vezzoni, scomparso lo scorso 20 dicembre all’età di 90 anni e ancora iscritto all’Ordine, e l’avvocato Vittorio Meanti scomparso il 24 gennaio.
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