L'ANALISI
L'ANNIVERSARIO
01 Febbraio 2023 - 08:43
Francesco Buzzella
CREMONA - Nomen omen», esclama Francesco Buzzella. A rimarcare come l’intitolazione della testata racchiuda un compito preciso e riveli una vocazione profonda. Per questo il capitano d’industria e presidente degli Industriali lombardi lega Provincia a Provincia, il giornale all’ente territoriale: «La Provincia come ente giuridico si è svuotata con la riforma Delrio — riflette —. Tutto era programmato per la cancellazione, ma il fallimento del referendum costituzionale ha lasciato le Province a metà del guado. Più o meno hanno conservato le medesime competenze, ma hanno subito un drastico taglio delle risorse finanziarie e un ridimensionamento della rappresentatività. In tempi recenti, però, si è riaffacciata l’ipotesi di un ritorno all’elezione diretta del presidente provinciale: una svolta che restituirebbe autorevolezza a una dimensione amministrativa che personalmente reputo importante. Anche mio padre (Mario Buzzella, co-founder della Coim, ndr) ha sempre considerato la Provincia un interlocutore diretto, vicino ai cittadini e alle imprese, con un livello elevato di personalizzazione del servizio». Con la valorizzazione dell’ecosistema territoriale, anche l’informazione locale può scoprire nuovi slanci e consolidare la propria centralità: «Il giornale ha saputo mantenere saldo quel legame con la comunità che, invece, la politica ha un po’ smarrito — dice Buzzella —. La Provincia di Cremona e Crema è un totem, un autentico baluardo a difesa del territorio e della sua identità e la sua funzione resta assolutamente viva. Così, il fatto che si torni a parlare di competenze provinciali non può che consegnare un ruolo superiore al giornale».
Buzzella, quindi, indirizza lo sguardo al rapporto tra informazione e sistema produttivo: «Il giornale, conservando la sua indipendenza, può rappresentare una cassa di risonanza importante per l’intero tessuto socio-economico. Mondo Business, il mensile distribuito con il quotidiano, è l’esempio più eloquente della capacità di raccontare l’ingegno e l’impegno che pulsano in ogni segmento — industria, artigianato e agricoltura — della galassia imprenditoriale locale. Il lavoro di divulgazione e di analisi de La Provincia apre spazi di confronto essenziali. Penso, tra l’altro, al caso del MasterPlan 3C, che mette nero su bianco gli obiettivi di sviluppo territoriale: il giornale non solo ha contribuito in misura decisiva a diffondere l’iniziativa voluta dall’Associazione Industriali e sostenuta dalla rete imprenditoriale provinciale, ma ne ha declinato il senso e i contenuti in modo da renderli fruibili a una platea ampia e trasversale. Sì: La Provincia può rendere un progetto di alcuni il progetto di tutti. Ed io penso che questo sia il ruolo sociale più prezioso del giornale locale: affrontare qualsiasi tema con un linguaggio che favorisce la condivisione e stimola la partecipazione. Per questo sono convinto che l’informazione sia chiamata, nell’immediato futuro, a una duplice missione: da un lato, il rafforzamento di conoscenze e competenze specializzate per facilitare il dialogo e la relazione; dall’altro lo sviluppo della disposizione alla scientificità per decodificare la complessità senza scivolare nella semplificazione».
Nel Regno Unito la Regina Elisabetta II sposa Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo; in Spagna Francisco Franco ripristina la monarchia e si dichiara reggente a vita; negli Stati Uniti il segretario di Stato George Marshall lancia il piano per la ricostruzione dell’Europa. E intanto l’Italia, sconfitta e in ginocchio, firma il trattato di Parigi con le potenze alleate e si prepara alla stesura e all’approvazione della Costituzione.
È il 1947, l’anno della ripartenza. E della riconquista della libertà di stampa. Il 29 aprile la SEC - Società Editoriale Cremonese, istituita l’anno precedente da un gruppo di agricoltori guidati da Guido Grassi, dà alle stampe il primo numero de «La Provincia del Po»: il giornale — quattro pagine stampate fitte fitte — esce al giovedì e la domenica. L’anno dopo cambia nome per diventare «La Provincia di Cremona». Dalla fondazione ad oggi — 75 anni e spiccioli più tardi — il giornale ha cambiato forma più e più volte, cavalcando il flusso del tempo. Ma non è mai venuto meno alla propria missione originaria: quella di raccontare il territorio di cui porta il nome per consegnare alla storia fatti e avvenimenti, per stimolare il confronto e il dibattito pubblico, per contribuire alla costruzione e al consolidamento dello spirito identitario e per incidere concretamente sulla realtà. Ogni giorno, per tre quarti di secolo: un traguardo che «La Provincia» celebrerà sabato 11 febbraio a CremonaFiere con un evento speciale sospeso tra passato, presente e futuro. Al centro della giornata ci sarà una tavola rotonda con ospiti di primo piano, invitati a riflettere sul ruolo e sulle prospettive dell’informazione locale in una cruciale epoca di transizione che coinvolge tanto la macrodimensione socio-politica quanto la micro-dimensione territoriale.
La marcia di avvicinamento all’appuntamento è scandita dagli interventi di personaggi illustri.,
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